mercoledì 6 novembre 2024

1Q84



Molti dei romanzi di Murakami sono caratterizzati dalla presenza di un leit motiv musicale.
Come in Norwegian Wood, con l'omonimo brano dei Beatles, una sorta di playlist suonata in loop, composta da frasi e melodie di John Coltrane e Miles Davis (Murakami gestiva un jazz club con la moglie) così come da frammenti di Springsteen, Nat King Cole, Liszt e Grieg, fornisce il sottofondo sonoro per quasi tutti i suoi scritti. 
Anche 1Q84 non sfugge a questa regola: la canzone che risuona più spesso nelle pagine del romanzo è il vecchio standard di Harburg e Arlen "It's Only a Paper Moon", con le sue parole:

"It's a Barnum and Bailey world
Just as phony as it can be
But it wouldn't be make-believe
If you believed in me"

"È un mondo alla Barnum e Bailey
Per quanto falso possa essere
Ma non sarebbe una finzione
Se credessi in me"

La canzone ricorre più volte nella testa di Tengo e Aomame, i due personaggi, attraverso le cui storie viene raccontata gran parte delle 1.000 pagine della "trilogia" in due volumi (i libri uno e due sono un libro unico), in capitoli alternati. Mentre la narrazione si sviluppa nel suo modo improvvisato, i testi citati diventano una specie di sfida mirata sia per loro che per il lettore. Il particolare mondo di Barnum e Bailey in cui noi e quei personaggi siamo stati gettati è la terra di Murakami e, come sempre nella sua narrativa, è un posto in cui nulla è mai del tutto in sintonia.


I protagonisti trovano il loro ingresso nel mondo ideato da Murakami, in modi diversi. La trentenne Aomame è bloccata in un taxi all'inizio del libro, su una sezione sopraelevata della Tokyo Expressway. Sta ascoltando la Sinfonietta di Janácek sullo stereo dell'auto e fantastica su come quel particolare brano musicale, scritto nel 1926 in Cecoslovacchia, rappresentasse la calma definitiva prima della tempesta, una breve tregua pacifica nell'Europa centrale che servì a dimostrare "la proposizione più importante della storia: 'A quel tempo, nessuno sapeva cosa sarebbe successo'".
Anche Aomame non ha idea di cosa l'aspetta, ma il suo mondo allo specchio sta per essere svelato. L'autista del taxi, visto l'intenso traffico, le consiglia che, se vuole arrivare all'importantissimo appuntamento per cui è in ritardo, potrebbe usare una scala di emergenza in ferro dalla carreggiata alta che la porterà a livello del suolo. 
Ma attenzione, suggerisce, "le cose potrebbero sembrarti diverse laggiù". Non ha torto.
"Laggiù" è quel curioso paesaggio urbano interiorizzato dove la vita ha l'atmosfera di un centro commerciale con aria condizionata o di un garage aperto tutta la notte o di una televisione silenziosa guardata in una palestra; il luogo, non dissimile dal nostro mondo, sebbene vagamente e surrealmente disumanizzato, in cui i personaggi di Murakami sono sempre destinati a vivere. 
Aomame scende e nota lentamente i cambiamenti di tonalità: le uniformi dei poliziotti sembrano un po' diverse; ci sono, potrebbe giurarlo, due lune nel cielo (una delle quali forse fatta di carta, la paper moon della canzone); e si scopre che lei è una killer addestrata: il suo appuntamento è con un uomo che deve uccidere in una stanza d'albergo. Questo fatto ci sorprende, e forse anche lei.
Nonostante tutti i suoi effetti "dislocanti", le narrazioni di Murakami, come quelle delle canzoni che le accompagnano, tendono a essere guidate dalle più semplici storie d'amore tra un ragazzo e una ragazza. La vita stranamente passiva di Aomame, in cui somministra la morte alle sue vittime con un singolo ago sterile inserito in un punto alla base del cervello, ha uno scopo, come scopriamo, solo nel ricordo di un singolo atto di affetto. 


Da bambina di 10 anni, vittima di bullismo e ignorata dai suoi compagni di scuola, una volta ha tenuto la mano di un ragazzo della sua classe e, sebbene le circostanze abbiano imposto che non lo vedesse nei 20 anni successivi, quel momento di innocente intimità l'ha sostenuta per sempre. 
Quel ragazzo, Tengo, attraverso i cui occhi vengono raccontati i capitoli alternati, è ora un insegnante di matematica part-time e uno scrittore fallito e condivide felicemente quel ricordo di Aomame, sebbene non abbia idea di cosa ne sia stato di lei e di come il destino, o il racconto dell'autore, potrebbe riunirli.
Murakami si era già soffermato su questo particolare momento "Voglio tenerti la mano"
Nel suo romanzo del 1999, South of the Border, West of the Sun, Hajime e Shimamoto, i due personaggi, si incontrano dopo la scuola per ascoltare "Star-Crossed Lovers" di Duke Ellington e il loro destino è segnato quando lei mette momentaneamente la sua mano nella sua.
"Era solo la piccola, calda mano di una ragazzina di 12 anni, eppure quelle cinque dita e quel palmo erano come una vetrina stipata di tutto ciò che volevo sapere - e tutto ciò che dovevo sapere...".
Il destino separerà poi bruscamente Tengo e Aomame.
Nel corso delle circa 900 pagine, vengono esplorati molti altri temi familiari. La realtà sembra rifiutarsi di essere un vero e proprio processo di causa ed effetto, l'identità minaccia sempre di dissolversi. Potremmo essere in un mondo parallelo, ma potrebbe anche essere solo che tutti i nostri mondi individuali siano paralleli. 
1Q84 è una risposta giapponese ai temi orwelliani del potere invisibile e della sottomissione dell'individuo (il romanzo è ambientato nel 1984; la Q è un gioco di parole visivo sul carattere giapponese 9 che, in modo abbastanza appropriato, è perso nella traduzione).
Gli elementi più inquietanti e autoritari del mondo descritto da Murakami possono apparentemente essere ricondotti a una comune o a una setta che, una generazione dopo, influenza la vita dei suoi personaggi in modi obliqui e sommersi. 
Tengo ne scopre alcune implicazioni attraverso le parole di una ragazza diciassettenne di nome Fukaeri, che ha scritto una strana autobiografia confessionale della sua precedente vita nel corso della quale è stata sottoposta al lavaggio del cervello, paranoica per gli onnipresenti Little People, figure enigmatiche che emergono dalla crisalide d'aria e che sembrano manipolare gli eventi e le persone nel mondo di 1Q84.
Attraverso questi esseri misteriosi, Murakami esplora il tema del controllo invisibile, dell'influenza sottile e insidiosa che guida le vite dei personaggi.
La setta Sakigake, che venera i Little People, rappresenta il pericolo del controllo ideologico e della perdita di autonomia. La loro influenza è subdola e sottile, un potere che si manifesta attraverso simboli e rituali, e che sembra rievocare le tematiche di manipolazione mentale e di controllo delle masse esplorate da Orwell in 1984. 
Tuttavia, Murakami va oltre, suggerendo che il controllo non è solo esterno, ma può essere anche interno, un risultato della nostra accettazione passiva delle situazioni e dei ruoli che ci vengono imposti.


La distorsione della realtà è centrale in 1Q84. Murakami crea un mondo alternativo che riflette le ambiguità della vita moderna, dove la realtà sembra scivolare tra le dita dei personaggi, sfuggendo a qualsiasi definizione concreta. Con le sue due lune e la presenza dei Little People, quella del libro è una dimensione dove nulla è certo e dove ogni cosa sembra possedere una doppia faccia, un secondo livello di significato.
La "realtà alternativa" di 1Q84 diventa una metafora della mente umana e del modo in cui essa crea versioni personali del mondo, spesso distorte dalle paure, dai desideri e dai ricordi. Per Aomame e Tengo, il mondo di 1Q84 rappresenta non solo una nuova dimensione fisica, ma anche un luogo dove i loro demoni interiori possono emergere. 
Qui, Murakami sembra suggerire che la percezione è altrettanto reale della realtà oggettiva e che ogni individuo vive, in effetti, in un proprio "1Q84", una dimensione parallela plasmata dalle esperienze e dalle emozioni personali.
La solitudine è un tema costante in *1Q84* e permea ogni aspetto della narrazione. Aomame e Tengo sono entrambi personaggi isolati, ognuno prigioniero della propria solitudine emotiva e fisica. Nonostante vivano in una città popolosa come Tokyo, entrambi si sentono separati dal mondo e dagli altri, come se una barriera invisibile li tenesse distanti dagli altri.
Murakami esprime questo senso di alienazione con una sensibilità particolare, esplorando la tensione tra il desiderio di connessione e la paura di lasciarsi andare. Entrambi i protagonisti cercano, inconsapevolmente, di colmare questa solitudine attraverso il ricordo di un amore giovanile che rappresenta per loro un ideale, un legame puro e autentico che trascende il tempo e lo spazio. Murakami ci invita a riflettere su come la solitudine sia una condizione ineluttabile dell’essere umano, ma al contempo un motore che spinge verso la ricerca di significato e di connessione.
La presenza delle due lune è uno dei simboli centrali del romanzo, e rappresenta il doppio, il duplice aspetto della realtà e dell’identità. Le lune, una più piccola e più scura dell'altra, diventano un'immagine potente che accompagna i protagonisti durante il loro viaggio interiore, suggerendo che esiste sempre una realtà nascosta e inesplorata che convive accanto a quella visibile.
La crisalide d'aria, elemento centrale del libro scritto da Fukaeri e riscritto da Tengo, è un simbolo di trasformazione e cambiamento. La crisalide rappresenta la possibilità di una metamorfosi interiore, una crescita che, tuttavia, non è visibile all'esterno e che avviene in uno spazio di introspezione e isolamento. 


1Q84 è molto più di un romanzo: è una meditazione filosofica sulla natura della realtà, sull'isolamento e sul bisogno umano di trovare un senso di appartenenza. Attraverso una prosa ipnotica e uno stile narrativo che fonde sogno e realtà, Murakami ci invita a esplorare i nostri mondi interiori, a confrontarci con le nostre paure e desideri più profondi.
Murakami non offre risposte definitive, ma lascia il lettore con un senso di meraviglia e di mistero, invitandolo a cercare il proprio 1Q84, quella dimensione nascosta dove ogni certezza è sospesa e dove il vero significato della vita si svela solo a chi è disposto a esplorare il lato più oscuro e segreto della propria mente.


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