martedì 14 gennaio 2025

ENOlogia 8



Il 27 febbraio 2009 esce No Line On The Horizon, il dodicesimo album in studio degli U2, cinque anni dopo il precedente, e in cabina di regia c’è ancora Brian Eno insieme a Daniel Lanois. I due co-firmano insieme al quartetto la gran parte delle canzoni, partendo da sessions tenute in Marocco nel 2007. Malgrado l’entusiasmo sbandierato dalla band, l’album si dimostra confuso e stereotipato, un disco che chiude, male com’era iniziato, il peggior decennio, artisticamente parlando, della loro carriera. 
Nel giugno del 2009 Eno è il curatore del Luminous Festival a Sydney. 
Nel corso dell’evento si esibisce dal vivo insieme a Leo Abrahams, Jon Hopkins, gli australiani The Necks e l’Underworld Karl Hyde: tre concerti improvvisati nello stesso giorno, accompagnati dalla proiezione dei 77 Million Paintings. 


Lo show, chiamato Pure Scenius, verrà replicato l’anno successivo al Brighton Festival. Primo segnale del rapporto con Karl Hyde, che si svilupperà più avanti è Beebop Hurry, la traccia conclusiva della compilation/mixtape Athens firmata Underworld vs. The Misterons, pubblicata nel novembre ’09.  E’ invece dell’ottobre 2010 la pubblicazione del disco che suggella ufficialmente la collaborazione di Eno con Abrahams e Hopkins: in Small Craft On A Milk Sea, che segna l’esordio del Nostro nel catalogo della Warp, prendono posto alcune composizioni che il trio aveva realizzato (e poi scartato) per la colonna sonora di The Lovely Bones (uscito in Italia con il titolo Amabili Resti), il film di Peter Jackson uscito a fine 2009, la cui colonna sonora, oltre agli originali presentava altri pezzi storici di Eno e altri contributi, tra cui quelli dei Cocteau Twins, This Mortal Coil, Van Morrison e Paul McCartney. Le atmosfere cinematiche pervadono tutto l’album, bollato come «retroguardia elettronica da salotto» dalla critica, ma in realtà ancora in grado di stupire o di ammaliare. Nell'ottobre 2010 viene pubblicato Olympia, l’album di Bryan Ferry dove Eno viene ospitato in quattro canzoni (in una di queste, la cover di Song To The Siren, compaiono – oltre a David Gilmour e Jonny Greenwood – anche Manzanera e Andy Mackay, in una sorta di reunion discografica dei Roxy Music).

Nel 2011 Eno figura nei credits dell’apprezzato esordio di Anna Calvi , di Here Is Where We Used To Sing dei Fovea Hex di Clodagh Simonds e di Lifelines, cover album di un’altra irlandese, ovvero la leader delle Corrs, Andrea, dove co-produce, suona e canta la velvetiana Pale Blue Eyes e State of Independence di Jon & Vangelis; co-produce From Africa With Fury: Rise di Seun Anikulapo Kuti & Egypt 80, mostrando ancora una volta la passione di sempre per l’afrobeat felakutiano. 
Ma soprattutto nel 2011 Eno pubblica, a giugno, il secondo lavoro su Warp: Drums Between The Bells, con le parole di Rick Holland, poeta inglese con cui Eno aveva già precedentemente collaborato. Esercizio non inedito di “poetronica”, dove le musiche del Nostro dovrebbero sulla carta trovare ideale collocazione come supporto ai versi di Holland, declamati da voci diverse, di fronte al quale c’è chi si «sorprende per tenuta globale e varietà di atmosfere e riferimenti», ma anche chi ritiene che l’eterogeneità delle soluzioni proposte porti lo spoken-not-spoken album fuori registro e fuori misura.

Nel 2012 ad Eno viene commissionata la sonorizzazione della Galleria Grande della reggia di Venaria Reale, nei pressi di Torino. Da questo lavoro viene tratta una versione di un’ora e un quarto, divisa in quattro movimenti, che a novembre diventerà il quarto prodotto (il terzo album, il primo firmato da solo) per la Warp: LUX. 


Nei credits, oltre a Leo Abrahams alla Moog Guitar e alla violinista/violista Nell Catchpole, figura anche Peter Chilvers, che con Eno lavora dal 2008 allo sviluppo di App per iOS dedicate alla produzione di musica generativa.

Nel 2013 le installazioni di Eno arrivano in ospedale. Il Montefiore Hospital, nell’East Sussex, ospiterà stabilmente nella reception una versione dei 77 Million Paintings for Montefiore, oltre ad una Quiet Room adeguatamente sonorizzata.  
Sul fronte musicale non si registra molto, aggiungendo pure nel conto il radicale “remix” di LUX firmato da Nicolas Jaar, uscito per il Record Store Day, una personalissima versione di Mother Of Violence di Peter Gabriel in And I’ll Scratch Yours, l’album di contro-cover seguìto a Scratch My Back;, ma soprattutto la partecipazione in Wagner Transformed, interessante lavoro di ricostruzione postmoderna di Peter Schwalm, per Tristan & Isolde: Blue, Brown & Green e in Maison Des Jeunes, emanazione del progetto Africa Express di Damon Albarn.

Il 2014 è segnato dai due album Eno • Hyde, testimonianze compiute della dell’ormai quinquennale frequentazione tra i due: Someday World, pubblicato a maggio, è espressione del lato più ritmicamente pop dei due, e High Life, pubblicato a ruota a giugno, che rappresenta un po’ il “dark side” del primo: nelle sei tracce del lotto sono comprese due con lyrics di Rick Holland. 
Nello stesso anno è presente come performer, soprattutto nei cori; di I’m Not Bossy, I’m The Boss di Sinéad O’Connor, con Eno alle tastiere; e di Give My Love To London di Marianne Faithfull, dove Eno partecipa ai cori per la cover di Leonard Cohen Going Home.

Il 2015 musicale di Eno si limita a due cameo africani sotto l’egida di Damon Albarn: è nell’ensemble della convincente versione maliana di In C di Terry Riley del progetto Africa Express, e suona le tastiere insieme ai Songhoy Blues nella cover di Soul Makossa. E’ datata 27 settembre 2015 la John Peel Lecture che riassume la visione socio-filosofica di Eno su arte, scienza, cultura e società, e ne conferma le doti di affabulatore. Riportiamo solo alcuni passaggi esemplificativi:
"...molto semplicemente, arte è tutto ciò che non occorre fare"; 
alcuni esempi di arte: "sinfonie, profumo, auto sportive, graffiti, ricamo, monumenti, tatuaggi, slang, vasi Ming, scarabocchi, barboncini, strudel di mele, nature morte, Second Life, pomi d’ottone e tette rifatte  (“Still life, Second Life, bed knobs and boob jobs“)"; 
"Avevo quest’idea, ne ho parlato una volta con Jeff Bezos: su Amazon hanno quella cosa per cui tu ordini qualche libro e loro continuano a proporti sempre libri dello stesso genere, e tu pensi: per l’amor di Dio, ormai di cavalleria medievale ne so abbastanza, vi prego!. Così ho suggerito loro di dotarsi di un sistema che consigliasse libri basati su ciò che i clienti non avessero mai ordinato. Non l’hanno ancora implementato, devo dire".

Nel 2016 Eno è ospite nel quattordicesimo album dei James, In Nothing But Love, e nel 10” The Salt Garden I dei Fovea Hex, entrambi usciti a marzo, poi in aprile pubblica il “romanzo sonoro” The Ship, anche in questo caso conseguenza discografica di un’installazione sonora. Sovrapponendo l’affondamento del Titanic (41 anni dopo la versione di Gavin Bryars pubblicata nella serie Obscure), la Prima Guerra Mondiale, testi creati dal software generativo di Peter Chilvers, qui presente come supporto tecnico e musicale, l’album è composto da due lunghe suite, con i droni ambient della title track, nei quali galleggiano le voci, che si riversano nella prima delle tre parti del patchwork Fickle Sun, chiuso dalla cover di I’m Set Free dei Velvet Underground.



Il 2017 si apre, letteralmente, il 1° gennaio con la pubblicazione di Reflection, album ambient generativo realizzato con l’apporto di Peter Chilvers, nei credits indicato come apportatore di “Mutation Software”. Chilvers è anche lo sviluppatore della versione deluxe in app dell’album, in grado di proseguire all’infinito con gli stessi parametri. Dal 2 al 28 febbraio tutti coloro che avevano acquistato la app hanno avuto la possibilità di scaricare gratuitamente l’EP digitale Sisters, composto da quattro ulteriori “generazioni sul tema” di 15’14” ciascuna. Dal 1° aprile, esattamente tre mesi dopo il lancio di Reflection, una “nuova iterazione” (di 59’42”) sostituisce in toto la precedente nei servizi di streaming: "il lavoro generativo cambia con le stagioni". E infatti il progetto prosegue con l’iterazione estiva, online da luglio a settembre, e quella autunnale, in streaming da settembre (1 ora, 5 minuti e 25 secondi).

Quando iniziai a lavorare con la musica generativa negli anni Settanta, stavo flirtando con l’idea di fare una sorta di musica infinita – non come un disco che metti su, suona per un po’ e poi finisce. Mi piace l’idea di una musica eterna, ma non la volevo neppure eternamente ripetitiva. Volevo che fosse eternamente in cambiamento
B.Eno

L’8 dicembre 2017 esce Finding Shore, album firmato da Eno insieme a Tom Rogerson, pianista e fondatore del gruppo post-rock Three Trapped Tigers. Frutto di un incontro casuale, la collaborazione tra i due si basa sul dialogo improvvisato tra il piano di Rogerson e i segnali MIDI, gestiti da Brian, generati via raggi infrarossi dell’interfaccia Moog Piano Bar.

Il 21 aprile 2018, in occasione del Record Store Day, viene pubblicato in 5000 copie un 12″ in vinile contenente The Weight of History e Only Once Away My Son, due interessanti, densi e inquieti, pezzi sperimentali di circa 9 minuti ciascuno firmati da Brian Eno in collaborazione con Kevin Shields dei My Bloody Valentine. 
Pochi giorni dopo, il 4 maggio, vede la luce un box set di 6 CD (o 9 vinili), comprensivo di booklet di 64 pagine, che sotto il nome di Music For Installations raccoglie una nutrita selezione di lavori, editi o inediti, non solo generativi, pensati come ambientazioni sonore di eventi artistici. Dal 7 dicembre 2018 è disponibile Bloom: 10 Worlds, revisione aumentata ed espansa dell’app generativa firmata Eno/Chilvers e lanciata dieci anni prima.

Nell’aprile del 2019 troviamo il nome di Eno nei credits di Arrivals & Departures dei Leisure Society , mentre è di maggio l’annuncio della pubblicazione della versione rimasterizzata ed “estesa” di Apollo: Atmospheres & Soundtracks, accompagnata da un album composto da inediti sempre firmati insieme al fratello Roger e a Daniel Lanois, dal titolo For All Mankind, album che non regge il confronto con la bellezza sospesa e magicamente fluttuante di Apollo. 
A dicembre si segnala il suo featuring nell’album di Lee “Scratch” Perry, Heavy Rain, e la pubblicazione della “filastrocca satirica” Everything’s on the Up With the Tories, ennesima testimonianza della sua vis polemica applicata alla politica.

8 - continua

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