giovedì 13 febbraio 2025

Cocktail in Gaza


Ormai non passa giorno senza che l'incredibile coppia formata da Elon/Adolf e Donald "Bananas" Trump, sforni una nuova colossale trovata.
L'ultima però è davvero grossa, con il buon Donald che, ricevendo il premier israeliano Netanyahu (buono anche lui) ci ha resi partecipi dei suoi progetti sulla Striscia di Gaza, vessata dai miliziani di Hamas e distrutta dalle bombe israeliane, per la quale lui vede un futuro meraviglioso. 
Ma non per i palestinesi. "Ci vivrà gente da tutto il mondo, penso che si possa trasformare in un posto internazionale, un posto incredibile". 
Trump ha mostrato un ipotetico futuro in cui si dirà "Let’s go drink a cocktail in Gaza". 
Dall’inferno all’aperitivo, passando sulle vite dei palestinesi.
La folle proposta, o bluff, o visione distopica, o comunque la si voglia chiamare, ha fatto il giro del mondo, e serve solo riassumerla: in conferenza stampa con l’amico Benjamin Netanyahu, Trump ha annunciato un nuovo piano per Gaza che prevede la gestione diretta " a lungo termine" del territorio di Gaza da parte di Washington, al fine di trasformare le macerie di un territorio, raso praticamente al suolo, in un’elegante area turistica, in una "riviera del Medio Oriente"
Il presidente, naturalmente, ha trovato una soluzione anche per i circa 2 milioni di palestinesi che ci vivono: l’allontanamento forzato in Egitto, Giordania o altri Paesi arabi. Lo staff di Trump ha poi fatto circolare una frase attribuita ad Albert Einstein, secondo cui "la follia è fare ripetutamente la stessa cosa attendendosi risultati diversi", riferendosi ai ripetuti fallimenti nel tentativo di trovare una soluzione per Gaza.
Gaza come Las Vegas. Meglio, come nuova Mar-a-Lago, ha proposto la deputata repubblicana Nancy Mace, riferendosi al non luogo creato da Trump in Florida ed eretto a sua residenza. 
Mar-a-Gaza, hanno subito titolato molti quotidiani internazionali.

C’è davvero un piano alla base delle dichiarazioni di Trump? Se c’è, Trump l’ha tenuto nascosto. Nella conferenza stampa, così come riportato dai quotidiani, non ha risposto ad almeno due domande sui dettagli e su come intenda mettere in atto il suo piano, limitandosi a dire che Gaza diventerà la riviera del Medio Oriente e che sarà un posto bellissimo che accoglierà tutti, anche i palestinesi che vorranno tornare. Trump aveva spiegato che i palestinesi restano a Gaza perché "non hanno scelta", ma una volta che si saranno stabiliti altrove, non vorranno più tornare. 
Sulla sua piattaforma, Truth Social, Trump ha poi spiegato: "Gaza verrebbe consegnata agli Stati Uniti da Israele al termine dei combattimenti. I palestinesi saranno reinsediati in comunità molto più sicure e belle, con case nuove e moderne, nella regione. Avrebbero davvero la possibilità di essere felici, sicuri e liberi. Gli Stati Uniti, lavorando con grandi team di sviluppo provenienti da tutto il mondo, inizierebbero la costruzione di quello che diventerebbe uno dei più grandi e spettacolari sviluppi residenziali del genere sulla Terra. Gli Stati Uniti non avrebbero bisogno di soldati! Regnerebbe la stabilità nella regione!".
Il suo segretario di Stato, Marco Rubio, entusiasta, ha scritto su X: "Make Gaza Beautiful Again", riadattando l’ormai consumato slogan trumpiano. Già in campagna elettorale, Trump disse che Gaza potrebbe essere "meglio di Montecarlo", ma i palestinesi "non hanno mai approfittato della miglior location in Medio Oriente".


Ma il pensiero di uno scherzo, di un modo per far parlare i media e allontanare il discorso dalle trattative tra Hamas e Israele, viene spazzato via da un piccolo particolare: Jared Kushner, il genero di Trump, è stato l’inviato per il Medio Oriente nel suo primo mandato alla Casa Bianca, mentre l’amico Steve Witkoff lo è ora. 
Per un ruolo altamente politico, la scelta è finita su due immobiliaristi. Come immobiliarista, ricordiamolo, è lo stesso Donald Trump. Non c’è altra parte del mondo cruciale come il Medio Oriente, ora, per la crescita degli affari della sua famiglia, scrive il New York Times.
Negli ultimi tre anni, sono stati firmati diversi accordi immobiliari con la società Dar Al Arkan per la costruzione di alberghi, appartamenti di lusso e campi da golf in Oman, Arabia Saudita e a Dubai, che valgono decine di milioni di dollari. Dar Al Arkan ha stretti legami con la famiglia reale saudita. La famiglia Trump stava anche valutando un potenziale accordo immobiliare in Israele, prima dell'attacco di Hamas del 7 ottobre 2023, secondo quanto riportato dal New York Times. 

Jared Kushner, marito di Ivanka Trump, nel febbraio 2024, parlò esplicitamente di trasformare Gaza in un resort. Intervistato durante un evento sponsorizzato dalla Kennedy School of Government di Harvard, disse: "Le proprietà sulla riviera di Gaza potrebbero avere molto valore", suggerendo a Israele di "spostare le persone e ripulire tutto", secondo il racconto del Guardian.


Jared Kushner

Poi c’è Steve Witkoff, che conosce Trump da 40 anni e che grazie a lui decise di impegnarsi nel settore immobiliare. La scorsa settimana, ricorda il Corriere della Sera, ha visitato Gaza, primo funzionario statunitense a farlo in 15 anni. Il suo racconto e la testimonianza del livello di distruzione sono stati secchi e privi di illusioni. Serviranno – ha detto – 15 anni per ricostruire e, soprattutto, ha sottolineato che chi parla di 3-5 anni offre “speranza irrealistiche” ai palestinesi. 
Un territorio, ridotto in macerie dopo mesi di bombardamenti, che potrebbe diventare, dunque, "una fantastica proprietà immobiliare con vista sul mare", certificando l’equazione tra la trasformazione di un territorio devastato in un’opportunità speculativa. A parlarne, in fondo, erano già stati il governo israeliano e società d’investimento e agenzie di comunicazione, come raccontava Fanpage: senza più i palestinesi, Israele immagina una zona economica speciale ricca di infrastrutture e grattacieli, villette di lusso davanti al mare e una Smart City all’avanguardia.
L’istinto da palazzinaro di Trump, d’altra parte, era emerso anche durante il suo primo mandato alla Casa Bianca. 
Durante gli storici incontri con il leader nordcoreano Kim Jong Un nel 2018, il presidente statunitense  si disse meravigliato delle "splendide spiagge", dove sarebbero potuti sorgere "i migliori alberghi". Trump stava offrendo uno sviluppo residenziale e turistico in cambio della rinuncia al nucleare. Trump non convinse Kim, ma gli diede comunque una buona idea, tant'è che a giugno sarà inaugurata la Wonsan-Kalma Coastal Tourist Area, costruita sulla costa orientale del Paese. 
Ovviamente, senza l’aiuto americano.

Le guerre sono sempre, anche, opportunità d’investimento. I primi a coglierle, va da sé, saranno quelli che potranno approfittarne di più. Rimanendo nell’attualità,  già nel luglio 2023, in pieno conflitto russo-ucraino, Michael O’Leary puntava a investire oltre 3 miliardi di dollari per ricostruire l’industria dell’aviazione ucraina e a essere, con la sua Ryanair,  la prima compagnia a volare di nuovo verso Kiev e Leopoli, una promessa appena rilanciata.
Poi c’è anche chi usa gli investimenti per recuperare una reputazione compromessa. 
Non indignatevi. 
È l’evoluzione della specie.
Purtroppo.

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