Anthony Bourdain è stato un uomo che ha vissuto molte vite in una sola.
Chef, scrittore, viaggiatore e, soprattutto, un attento e acuto osservatore della condizione umana. La sua morte, avvenuta l'8 giugno 2018, ha lasciato un vuoto profondo nel mondo della cultura, non solo culinaria.
Bourdain non era solo un volto televisivo o uno chef di successo; era un uomo complesso, tormentato e affascinante, la cui vita e personalità meritano di essere esplorate oltre l'esteriorità del personaggio pubblico.
Anthony Michael Bourdain nacque il 25 giugno 1956 a New York City, figlio di Pierre Bourdain, un dirigente della Columbia Records, e Gladys Bourdain, una redattrice del New York Times. Cresciuto a Leonia, nel New Jersey, Bourdain ha descritto la sua infanzia come relativamente normale, ma già da giovane mostrava segni di inquietudine e di un desiderio di sfidare le convenzioni.
La sua prima esperienza con il cibo avvenne durante un viaggio in Francia all'età di 10 anni, quando assaggiò la sua prima ostrica, un momento che descrisse come un'epifania. Quel viaggio in Francia non solo gli aprì gli occhi sul mondo della cucina, ma gli instillò un amore per il viaggio e per l'esplorazione che lo avrebbe accompagnato per tutta la vita.
Durante gli anni del liceo, Anthony iniziò a mostrare un lato ribelle, cominciando ad interessarsi alle droghe e alla controcultura degli anni '70, un periodo che avrebbe influenzato profondamente la sua visione del mondo. Conseguito il diploma, si iscrisse al Vassar College, ma abbandonò presto gli studi per seguire la sua passione per la cucina.
Bourdain iniziò la sua carriera culinaria lavorando in ristoranti di basso livello, lavando piatti e facendo lavori umili, ma la sua determinazione e il suo talento lo portarono presto a ricoprire ruoli sempre più importanti.
Nel 1978, si iscrisse al Culinary Institute of America, dove si diplomò e iniziò a lavorare in alcuni dei ristoranti più rinomati di New York.
Così scopre cosa succede realmente nei migliori ristoranti, rivelando il tutto nel 2000, con la pubblicazione di Kitchen Confidential: Adventures in the Culinary Underbelly, libro nel quale Bourdain svelò il lato oscuro e caotico del mondo della ristorazione, un mondo fatto di lunghe ore, di pressioni intense e di personaggi eccentrici.
Anthony descrisse in dettaglio alcune delle sue malefatte e debolezze personali, tra cui l'uso di droghe, spiegando come funzionano economicamente i ristoranti e mettendo in guardia i consumatori dai vari trucchi dei ristoratori.
Ad esempio, è rimasto famoso per aver consigliato ai clienti di evitare di ordinare pesce il lunedì, poiché era probabile che fosse avanzato dal fine settimana o prima, suggerendo inoltre di evitare la carne di manzo ben cotta, poiché i tagli più economici erano spesso sostituiti alla carne di prima qualità utilizzata per ordini più rari.
Il libro diventò un bestseller trasformando Bourdain in una celebrità, ma ha anche rivelandone il lato più introspettivo e critico.
Anthony Bourdain era un narratore nato.
La sua scrittura era cruda, onesta e spesso autoironica.
Nei suoi libri, ha esplorato non solo il mondo della cucina, ma anche la sua vita personale, le sue lotte con la dipendenza e la sua ricerca di significato. Oltre a Kitchen Confidential, ha scritto numerosi altri libri, tra cui Medium Raw: A Bloody Valentine to the World of Food and the People Who Cook (2010) e Appetites: A Cookbook (2016).
La scrittura era per Bourdain una forma di terapia, un modo per affrontare i suoi demoni interiori. Era un uomo estremamente sensibile, che non aveva paura di mostrare le sue vulnerabilità, di ammettere i suoi errori e di confrontarsi con le sue contraddizioni. Questo lo rendeva profondamente umano e autentico, qualità che i suoi lettori e fan apprezzavano profondamente.
Con il successo del libro, Bourdain entrò nel mondo della televisione. Il suo primo show, A Cook's Tour, fu seguito da No Reservations e Parts Unknown, programmi trasmessi anche in Italia sulla piattaforma LaEffe, e che lo resero una figura iconica nel mondo del "food travel".
Bourdain non era solo un presentatore televisivo, era un esploratore, un antropologo culinario che usava il cibo come mezzo per esplorare culture, storie e persone.
Nei suoi viaggi, Bourdain ha sempre cercato di andare oltre i cliché e le rappresentazioni superficiali, lasciando trasparire di essere realmente interessato alle storie delle persone comuni, a quelle che definiva "le persone che fanno il lavoro reale". Ha visitato paesi in guerra, zone di conflitto e luoghi dimenticati dal mondo, sempre con un rispetto profondo per le culture che incontrava.
Bourdain aveva un talento unico per connettersi con le persone, indipendentemente dalla loro provenienza o dal loro status sociale. Era un ascoltatore attento e un osservatore acuto, qualità che gli permettevano di raccontare storie che andavano oltre il cibo, toccando temi come la politica, la storia e l'identità culturale.
Nonostante il successo e la fama, Anhony Bourdain era un uomo profondamente complesso e contraddittorio. Era noto per il suo umorismo tagliente e il suo cinismo, ma anche per la sua empatia e sensibilità. Era un uomo che amava la vita, ma che ha lottato con la depressione e l'ansia per gran parte della sua esistenza.
Era anche un uomo in costante evoluzione.
Negli ultimi anni della sua vita, ha parlato apertamente delle sue lotte con la dipendenza e della sua ricerca di una vita più autentica e significativa. Era un sostenitore dei diritti dei lavoratori del settore della ristorazione e un critico feroce della cultura dello sfruttamento nel mondo del lavoro.
La sua morte per suicidio, avvenuta in una stanza d'albergo in Francia, ha scioccato il mondo e ha sollevato domande difficili sulla natura della depressione e del successo.
In una delle sue lettere alla ex moglie Ottavia Busia, il popolare chef scrive: "Odio anche i miei fan. Odio essere famoso. Odio il mio lavoro. Sono solo e vivo nell’incertezza".
In un'altra lettera alla ex moglie, Bourdain fa anche riferimento al suo rapporto burrascoso con Asia Argento, scrivendo: "Mi ritrovo ad essere perdutamente innamorato di questa donna" per la quale sembra che spese centinaia di migliaia di dollari fornendo sostegno finanziario a lei, ai suoi due figli e talvolta ai suoi amici.
Nel libro Down and Out in Paradise: The Life of Anthony Bourdain, biografia non autorizzata, scritta dal giornalista Charles Leerhsen, viene riportata una corrispondenza tra lo chef e Asia Argento, risalente al 2018.
Cinque giorni prima della morte di Anthony Bourdain, Asia Argento era stata fotografata mentre ballava con un altro uomo, il giovane giornalista francese Hugo Clément, in un locale a Roma. "Sto bene", aveva scritto Bourdain ad Argento. "Non sono infastidito. Non sono neanche geloso che tu sia stata con un altro uomo. Non ti possiedo. Sei libera. Come ti ho detto. Come ti ho promesso. Ma sei stata negligente. Sei stata sconsiderata con il mio cuore. La mia vita".
Il passaggio più forte è, tuttavia, legato a uno scambio che Argento e Bourdain hanno avuto il giorno in cui lo chef si è tolto la vita impiccandosi: "C'è qualcosa che posso fare?", avrebbe chiesto lui ad Asia. "Smettila di rompermi le palle", la risposta di lei, alla quale Bourdain avrebbe semplicemente replicato con un "OK".
Anthony Bourdain ha lasciato un'eredità profonda e duratura. Ha cambiato il modo in cui vediamo il cibo, trasformandolo da semplice nutrimento in una finestra sulla cultura, la storia e l'umanità. Ha mostrato che il cibo è un linguaggio universale, un mezzo per connettersi con gli altri e per comprendere il mondo.
Ma più di ogni altra cosa, Bourdain ci ha insegnato l'importanza dell'autenticità, della curiosità e dell'empatia. Era un uomo che non aveva paura di mostrare le sue imperfezioni, di ammettere i suoi errori e di confrontarsi con le sue paure. In un mondo spesso superficiale e disconnesso, Bourdain era un faro di autenticità e umanità.
Anthony Bourdain ci ha lasciato con un messaggio potente: che la vita è un viaggio complesso e spesso doloroso, fatto di contrasti, luce e ombra, gioia e dolore, successo e fallimento, ma che nonostante questo vale la pena vivere con curiosità, passione e rispetto per gli altri.
Nessun commento:
Posta un commento