Trentacinque anni fa usciva nelle sale cinematografiche americane "Harry ti presento Sally", una delle migliori commedie romantiche di sempre, citata ed emulata da innumerevoli altre, e a tutt'oggi ricordata, oltre che dalla generazione che lo vide nei cinema, per i molti momenti notevoli, anche da quelle successive.
Quale il segreto del film?
Semplicità ed equilibrio.
Diretto da Rob Reiner e scritto da Nora Ephron, è un film semplice perché agisce per sottrazione; la storia del film è praticamente solo la storia tra Harry e Sally (Billy Crystal e Meg Ryan), senza che ci sia nessuno altro elemento rilevante, soprattutto senza che sia presente un grande ostacolo che rende impossibile il loro amore. A ben pensarci, nelle commedie romantiche c’è spesso un qualche ostacolo: due famiglie che si odiano, due classi sociali diverse, due culture antitetiche, il lavoro, una malattia, una complicazione, la distanza.
Harry ti presento Sally parla invece solo di un uomo e una donna che all’inizio non si piacciono e non se ne curano, poi si incontrano un paio di volte in quindici anni senza dare apparentemente troppo peso alla cosa, poi diventano amici e infine marito e moglie.
Non c’è niente di superfluo.
Non c’è niente a impedire il loro amore, se non il fatto che per gran parte del film non siano interessati a innamorarsi l’uno dell’altro. Delle vite, dei lavori e delle famiglie di Harry e di Sally, lo spettatore sa pochissimo; i dettagli biografici sono lo stretto indispensabile.
Anche quando i due iniziano a parlare di altro, in particolare dei fatti delle loro vite, finisce sempre che parlano di amicizia, sesso, amore e relazioni tra uomini e donne.
Harry e Sally vivono a New York, fanno dei buoni lavori, e a parte dei normali alti e bassi stanno entrambi bene.
Allo stesso tempo, però, il film riesce a evitare certi cliché da commedia romantica, o comunque a giocarci. Se in tanti film i protagonisti si stanno antipatici la prima volta che si vedono, sono obbligati a stare insieme e poi si innamorano, in Harry ti presento Sally i protagonisti, per più volte in più anni, si vedono, discutono e si dicono addio, senza piacersi ma nemmeno odiarsi.
Scelgono cioè, più di una volta, di non voler avere a che fare con l’altro.
Il film ha praticamente tutto quello che ci si aspetta da una commedia romantica, compresa una corsa finale con conseguente dichiarazione d’amore (analoghe corse si vedono in Ultimo tango a Parigi di Bertolucci e in Manhattan di Woody Allen), solo che spesso quelle cose arrivano dove o come non ce le si aspetta.
Nella sua semplicità, Harry ti presento Sally ha poi un grande equilibrio.
Innanzitutto c’è equilibrio tra le parti romantiche e quelle che fanno ridere. Durante il film, quando ancora non c’è nulla di sentimentale tra i due protagonisti, la parte romantica è relegata ai brevi intermezzi in cui coppie che non appartengono alla storia del film raccontano come si sono conosciute (sono storie vere raccolte da Nora Ephron, ma interpretate da alcuni attori).
Più avanti, quando prende il sopravvento la parte romantica, continuano invece a esserci parti che fanno ridere: il film, per dirne una, non finisce con la dichiarazione d’amore e il bacio, ma con Harry e Sally che, mesi dopo, bisticciano.
L’equilibrio del film si vede anche nel modo in cui ognuno dei protagonisti riesce a non prendere mai il sopravvento sull’altro: sia Harry che Sally hanno i loro momenti, le loro battute e i loro spazi, senza che uno dei due personaggi finisca per esistere in funzione dell’altro, come invece capita in molti film.
Il merito è certo di chi li interpreta, ma anche della sceneggiatura di Nora Ephron e della regia di Rob Reiner. I due erano davvero amici e hanno raccontato di aver preso molto dalle loro vite e dalla loro amicizia nel pensare e realizzare il film, anche se hanno raccontato di non essersi mai innamorati l’uno dell’altra.
In più, Billy Crystal e Reiner erano amici già da prima del film, e molto di quel che si vede arriva da discussioni che hanno raccontato di aver avuto davvero. Tra l’altro, nella sua idea iniziale, Nora Ephron avrebbe voluto un finale in cui Harry e Sally non si mettevano insieme, ma poi lei e Reiner cambiarono idea.
Pare aiutò anche il fatto che, proprio durante le riprese, Reiner conobbe e si innamorò di Michele Singer, che sarebbe poi diventata sua moglie.
Altra manifestazione dell'estremo equilibrio del film si evidenzia nei tempi e nella quantità degli elementi che lo compongono, e soprattutto nel fatto che la storia riesce a fermarsi quando serve, senza esagerare nel rendere i personaggi delle macchiette o troppo sdolcinate le scene romantiche.
Come scrisse Peter Travers sulla rivista Rolling Stones, è un film che, dopo averlo visto al cinema, "lascia sulla tua faccia un sorriso che dura fino a quando arriva a casa".
Pochissimi film hanno poi un’intera scena tanto famosa come quella dell’orgasmo simulato, con la celeberrima reazione della signora che assiste all’evento (interpretata dalla madre del regista). La scena rese famoso persino il locale in cui fu girata, il Katz’s Delicatessen di New York. Un locale dove ancora oggi c’è scritto: "Dove Harry incontrò Sally… speriamo che abbiate preso quello che ha preso la signorina. Godetevelo!".
Katz's Delicatessen |
Oltre a chi l’ha trovato semplice, equilibrato e memorabile, c’è ovviamente anche chi ha criticato Harry ti presento Sally. Qualcuno non ha gradito i due protagonisti, ritenuti troppo generici e poco peculiari, e qualcun altro parlò invece del film come di un tentativo di emulare commedie di Woody Allen come Io e Annie e Manhattan, togliendo però le parti più riflessive.
Sul New York Times, Caryn James definì Harry ti presento Sally una "versione sitcom di un film di Allen".
A tali critiche Nora Ephron rispose: "Ci sono due tradizioni nella commedia romantica: quella cristiana, dove c’è un ostacolo alla relazione; e quella ebraica, aperta da Allen, dove l’ostacolo di base sono le nevrosi del protagonista maschile".
Detto che l’intera pellicola è intervallata da brevi segmenti in cui coppie di anziani raccontano il modo in cui si sono incontrate, il finale del film vede il racconto di Harry e Sally inserirsi senza forzature in questo carosello di ricordi.
Senza momenti stucchevoli, esclusa forse la scenografica dichiarazione di Capodanno, l’amore tra Harry e Sally non è più improbabile di quello tra i nostri nonni o i nostri genitori, nato per caso e coltivato per scelta, fatto di tenerezze e incomprensioni.
Uno di quegli amori che potrebbe capitare a chiunque, persino a noi, che quando lo guardiamo ci viene da dire: “Quello che hanno preso loro, grazie”.
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