Napoli è una città che convive da sempre con le leggende sui fantasmi.
E una delle più antiche riguarda la misteriosa figura femminile che abita nella Basilica di Santa Chiara, edificio di culto monumentale di Napoli, tra i più importanti e grandi complessi monastici della città. Si tratta della più grande basilica gotico-angioina della città, caratterizzata da un monastero che comprende quattro chiostri monumentali, gli scavi archeologici nell’area circostante e diverse altre sale nelle quali è ospitato l’omonimo Museo dell’Opera, che a sua volta comprende nella visita anche il coro delle monache, con resti di affreschi di Giotto, un grande refettorio, la sacrestia ed altri ambienti basilicali.
Voluta da Roberto d’Angiò e sua moglie Sancia di Maiorca, devota alla vita di clausura pur se impossibilitata a rispondere a tale vocazione, fu chiamato all’edificazione della chiesa l’architetto Gagliardo Primario che avviò i lavori nel 1310 per poi terminarli nel 1328, aprendo al culto definitivamente nel 1330 anche se la consacrazione a Santa Chiara avvenne solo nel 1340.
E sarebbe proprio della regina Sancia di Maiorca lo spirito che popola la Basilica proprio dal 28 luglio del 1345, giorno in cui la donna venne tumulata nel monastero.
Sancia vaga con un lungo abito a passo lento, con il capo chino e le mani giunte in preghiera. Alzando lo sguardo solo raramente lungo il suo cammino. Anzi, si dice che chiunque abbia avuto il coraggio di guardarla in viso, disturbando la sua preghiera, sia morto subito dopo.
Sancia di Maiorca |
Ma c’è anche un’altra versione di questa leggenda.
Ovvero quella secondo cui il fantasma a vagare per la Basilica di Santa Chiara sia quello della regina Giovanna I d’Angiò, nipote di Sancia e Roberto, assassinata dal cugino Carlo Durazzo il 27 luglio 1382.
Rimasta l’unica discendente diretta di suo nonno Roberto d’Angiò, con un atto anticonvenzionale, venne da lui nominata sua erede legittima a fronte di numerosi altri parenti maschili. E fu proprio Sancia, per espressa volontà del marito, a essere nominata tutrice della neo-regina, che era sedicenne.
Rimasta senza eredi per la morte prematura dell’unico figlio Carlo, avuto dal primo marito Andrea, morto nel 1345 a seguito di una congiura di cui lei stessa fu accusata di essere l'istigatrice, Giovanna designò suo erede il cugino e nipote Carlo di Durazzo.
Ma i due, già da tempo divisi dalle aspirazioni al potere di Carlo, si trovarono nuovamente contrapposti durante gli anni dello Scisma d’Occidente.
Mentre Giovanna appoggiava l’antipapa avignonese Clemente VII, eletto nel Concilio di Fondi, alla cui convocazione aveva contribuito il gran cancelliere Niccolò Spinelli, Carlo di Durazzo sosteneva papa Urbano VI, il napoletano Bartolomeo Prignano.
Giovanna I d'Angiò |
La fedeltà di Giovanna a Clemente VII era stata suggellata dal soggiorno di quest’ultimo alla corte di Napoli, in aperto contrasto con Urbano VI, il quale non restò a guardare e decise di punire severamente la regina napoletana che, in quanto vassalla della Chiesa di Roma, doveva obbedienza unicamente a lui. Nell’aprile del 1380 il papa dichiarò Giovanna eretica e scismatica e la depose dal trono, mentre istigava contro di lei il suo principale nemico, Carlo di Durazzo.
Per quest’ultimo l’occasione d’impadronirsi del regno era l’obiettivo di una vita e rispose prontamente alla chiamata di Urbano.
Al culmine della battaglia, il 26 luglio 1381 Carlo di Durazzo entrò a Napoli e mise sotto assedio il Maschio Angioino, dove la regina si era rifugiata. Il 26 agosto, la regina si arrese e nel dicembre del 1381 fu portata prigioniera presso il castello del Parco di Nocera Inferiore, dove rimase fino al 28 marzo del 1382, quando venne trasferita nella lontana fortezza di Muro Lucano.
Proclamato re, Carlo decise di affermare ad ogni costo l’indiscutibilità della sua ascesa al trono e per sgombrare il campo da qualsiasi rivendicazione ordinò l’assassinio della regina.
Giovanna d’Angiò fu raggiunta dai sicari nel castello di Muro Lucano e il 27 luglio 1382 morì assassinata, vittima delle trame del cugino usurpatore.
Non si conosce il luogo di sepoltura della sovrana: le cronache indicano la chiesa di San Francesco d’Assisi a Monte Sant’Angelo o il sacrario della sagrestia di Santa Chiara a Napoli. Lì dove il suo fantasma, per qualcuno continua a vagare con l’espressione addolorata e terrificante.
Nessun commento:
Posta un commento