lunedì 16 dicembre 2024

ENOlogia 6


Nel 1988 Eno partecipa alla produzione di The White Arcades di Harold Budd, primo disco pubblicato dalla Opal, ora diventata label distribuita dalla Warner Bros, della quale il già citato Music For Films Vol. III rappresenta un primo sampler. 
Nello stesso anno si torna a sentire la voce di Eno cantare, accompagnato dalla chitarra di Daniel Lanois, per la cover della hit r’n’b del ’61 You Don’t Miss Your Water, inserita nella colonna sonora del film di Jonathan Demme Married to the mob (Una vedova allegra...ma non troppo). Nel 1989 una raccolta di brani ambient realizzati da Eno nel corso del tempo viene fatta circolare dall’etichetta specializzata Standard Music Library solo nel circuito degli addetti ai lavori in ambito cinetelevisivo: delle 21 tracce che compongono Textures undici sono inedite, mentre le altre dieci risultano essere o già pubblicate in Music For Films Vol. III o versioni poi riprese con titoli diversi nei successivi The Shutov Assembly e Neroli
Sempre nel 1989 Eno partecipa all’album Yellow Moon dei Neville Brothers prodotto da Lanois, e con quest’ultimo produce e suona in Golden Dreams, la traccia conclusiva di Surprise, l’album di esordio di Syd Straw.  Nello stesso anno Eno e Jon Hassell mixano, insieme all’autore Terry Riley, una intrigante versione di In C suonata dalla Shanghai Film Orchestra, uno dei primi casi di interpretazione di musica contemporanea occidentale da parte di un ensemble di musica tradizionale orientale. 
Per la Opal Eno partecipa ad Acadie, primo lavoro solista di Daniel Lanois, e produce, oltre all’album di esordio della band russa Zvuki Mu, il pretenzioso Words For The Dying  di John Cale, contenente un’opera sinfonica composta ai tempi della Guerra delle Falklands con testi di Dylan Thomas, due bozzetti pianistici chiamati Songs Without Words, e la ballata The Soul of Carmen Miranda, scritta a quattro mani da Cale e Eno. 


Il rapporto, fecondo ma instabile, della coppia Eno/Cale porta alla realizzazione di Wrong Way Up,  album pop dove i due si alternano alla voce in una serie di canzoni varie ed altalenanti, tra le quali spicca la bellissima Spinning Away, poi riproposta dai Sugar Ray nel 2000 per la colonna sonora del film The Beach con Leonardo Di Caprio. Sempre nel 1990 Eno produce l’album Exile dell’ugandese Geoffrey Oryema, scuderia Real World, contribuendo alla scrittura del brano Land of Anaka, con Peter Gabriel tra le voci di supporto.
Ma l’anno 1990 verrà segnato soprattutto dal lavoro di Eno su Achtung Baby, terzo album degli U2 prodotto dalla premiata ditta Eno & Lanois, ancora con Flood e Lillywhite a dare una sostanziale mano ai mixaggi. Occorrerà più di un anno per completare l’album, che uscirà nel novembre del 1991, con Eno nel ruolo più strategico che operativo, con una funzione di “consulente di produzione”. E’ ormai evidente che nel periodo il Nostro dedica maggiore interesse all’ambito delle installazioni artistiche rispetto a quello musicale.
Alla fine dell’estate del 1991 era comunque pronto un album, My Squelchy Life, la cui uscita verrà programmata dalla Warner così avanti da essere da Eno superato e quindi accantonato. 
Un paio di tracce di questi lavoro costituiranno l’ossatura del nuovo progetto, denominato Nerve Net, ironicamente descritto dallo stesso Eno nelle note di copertina "come la paella, una confusione che si auto-contraddice, squilibrato, dissonante, frenetico, post cool, post root"
A tratti irritante nel proporre una jazztronica funky/dance dominata da datati preset, ma contenente interessanti sprazzi neoquartomondisti, con il contributo di Robert Fripp e cameo di John Paul Jones e Robert Quine, Nerve Net esce nel settembre 1992 accompagnato da due maxi singoli contenenti remix di Fractal Zoom e Ali Click , rispettivamente di Moby e di The Grid.


Parentesi remix: negli anni novanta anche Eno si è prestato spesso a destrutturare svariate tracce per svariati artisti. Da ricordare: I Feel You e In Your Room dei Depeche Mode, i sedici minuti chiamati Eno’s Introducing The Band per gli Suede, Protection dei Massive Attack, Lopez degli 808 State, i 58 secondi del Moon Up Mix di Pnoom dei Can, in collaborazione con Czukay.
Sempre nel 1992, a giugno era uscito per la 4AD Cobalt Blue di Michael Brook, dove il chitarrista canadese ritrovava i fratelli Eno e Daniel Lanois, album nel quale Brian figura come responsabile di arrangiamenti o “riarrangiamenti strutturali” di sette delle dodici tracce e di altri interventi.
A settembre viene pubblicato Us di Peter Gabriel, dove Brian figura nel credits come tastierista addizionale in Love To Be Loved; ad ottobre Eno remixa il live After Service della Yellow Magic Orchestra (1983), tramutandolo nel doppio Complete Service, mentre a novembre esce un suo altro album solista: The Shutov Assembly, raccolta dedicata all’omonimo amico artista russo, di brani ambient realizzati dal 1985 al 1990 e utilizzati per varie installazioni audiovisive, ideale prosecuzione di Ambient 4 e Apollo.
Il 1993 è un anno denso: dopo aver contribuito al video staging concept per il grandioso Zooropa Tour degli U2, Eno produce l’omonimo album, inizialmente pensato come EP, ma poi velocemente sviluppatosi come long playing. Co-prodotto ancora con Flood e The Edge in persona, Eno è presente in Zooropa come vero e proprio membro aggiunto, responsabile di "un suono assieme metropolitano e intimo, epico e isterico, il caos che tentava di organizzarsi in forme più rapide e integrate" (S. Solventi), per il quale vincerà il Brit Award come Migliore Produttore.



Zooropa esce a fine luglio; a giugno era uscito: Neroli: (Thinking Music Part IV), album costituito, come già Thursday Afternoon, da una sola traccia “meravigliosamente sottrazionista” lunga quasi 58 minuti. 
Il titolo fa riferimento all’omonimo olio essenziale, ed estrinseca un altro dei tanti interessi di Eno: il mondo dei profumi. 
Sempre nel ’93 troviamo Eno presso i Real World Studios di Peter Gabriel a registrare in contemporanea due album per/con i James: con Laid e Wah Wah (quest’ultimo, espressione del lato più sperimentale del progetto, pubblicato nel ’94 a firma congiunta James/Eno), Brian porta i mancuniani "verso i suoi territori atmosferici e dilatati", con l’intero processo di registrazione da loro definito come "un viaggio di autoanalisi"
Con i James Eno collaborerà poi anche, in varia misura, per Wiplash (1997), Millionaires (1999) e Pleased To Meet You (2001). Ancora, nel 1993 supervisiona il secondo album di Geoffrey Oryema, Beat The Border, mixa per gli INXS la traccia I’m Only Looking dell’album Fool Moon, Dirty Hearts, collabora con gli Slowdive per il loro Souvlaki , e con la canadese Jane Siberry per il suo When I Was A Boy
Ciliegina culturale: Philip Glass pubblica Low Symphony, "from the music of David Bowie e Brian Eno", versioni orchestrali di tre strumentali dell’album del ’77, suggellati come classici contemporanei (nel 1997 il trattamento sinfonico di Glass toccherà a sei tracce da Heroes).

Anche il 1994 non scherza quanto ad impegni. La famiglia Eno (Brian, Anthea e le figlie Irial e Darla) lascia la residenza a Woodbridge e si trasferisce a Londra; nel frattempo al Nostro vengono commissionate le musiche per quello che sarebbe stato l’ultimo film di Derek Jarman, Glitterbug. Le composizioni, alle quali parteciparono, tra gli altri, Richard Bailey e Jaki Liebezeit , sarebbero divenute poi la base per Spinner, collaborazione a distanza tra Eno e l’ex Public Image Ltd. Jah Wobble pubblicato nel 1995.
Nel ’94 Eno riprende inoltre i contatti con vecchie conoscenze: con Bryan Ferry - per Mamouna, nono album solista di quest'ultimo, e con David Bowie, per il musicalmente profetico concept album 1.Outside, pubblicato nel settembre del 1995, primo ideale episodio di una serie di distopiche detective story sci-fi, poi mai arrivata alla seconda puntata.


Come produttore (e co-autore) Eno collabora con Laurie Anderson per Bright Red/Tightrope, al quale parteciperanno tra gli altri Adrian Belew, Lou Reed e Arto Lindsay. 
Nello stesso anno esce Headcandy, uno dei primi Cd-Rom interattivi, con caleidoscopici effetti visivi da guardare al computer in 3D accompagnati da tensivi strumentali che preannunciano le atmosfere di The Drop, realizzati con la collaborazione di Robert Fripp, Richard Bailey e Geoffrey Oryema.

6 - continua


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