Caro Babbo Natale,
mi chiamo Antonio e ho sette anni. Mamma mi ha detto che ogni Natale possiamo scriverti una lettera e chiederti quello che desideriamo di più.
Ho pensato tanto prima di iniziare a scrivere, perché quest'anno è stato molto diverso dagli altri, e quello che vorrei non è un giocattolo o una bici nuova. Vorrei qualcosa di molto più grande, e spero che tu possa aiutarmi.
Babbo Natale, quest’anno il mondo è stato un posto triste e spaventoso. Io sono solo un bambino, ma ho visto cose che non avrei mai voluto vedere. Alla televisione, nei telegiornali che mamma e papà guardano, ci sono immagini di bambini come me che piangono, che scappano dalle loro case, che si nascondono dalle bombe. Ho visto case distrutte, persone che camminano nel fango portando solo una borsa, e anche mamme che stringono forte i loro bambini, come se volessero proteggerli da un mostro invisibile.
Non capisco bene cosa significhi la parola guerra, ma so che fa male. So che fa piangere, che divide le famiglie, che porta via i sogni. Ho sentito mamma dire che in alcune parti del mondo ci sono bambini che non hanno più una casa, un letto caldo o anche solo un pezzo di pane.
Ho visto il loro dolore nei loro occhi.
E ho pensato: perché succede tutto questo?
Perché gli adulti non si fermano, non si abbracciano e non si parlano per risolvere i problemi?
Quest'anno ho sentito parlare tanto di bombe, di guerra, di paesi che combattono contro altri paesi. Mi fa paura sapere che ci sono posti dove i bambini non possono giocare nei parchi, dove non possono andare a scuola perché è troppo pericoloso. Mi fa paura pensare che ci sono bambini che non possono fare quello che io faccio ogni giorno: svegliarmi tranquillo, fare colazione con mamma e papà, andare a scuola e giocare con i miei amici.
Caro Babbo Natale, so che non puoi fare magie come nei cartoni animati, ma tu sei speciale, vero? Sei l’unico a cui posso chiedere una cosa così grande. Per Natale, non voglio regali. Non voglio un robot o una pista di macchinine. Voglio che tu porti la pace. Voglio che tutte le guerre finiscano, che i bambini possano tornare a vivere senza paura, che le loro mamme e i loro papà smettano di piangere. Voglio che i soldati tornino a casa dalle loro famiglie e che le bombe diventino solo un brutto ricordo.
Sai, Babbo Natale, ho pensato anche ad altre cose che potresti fare. Potresti portare un po’ di amore nei cuori di chi comanda, di chi decide queste guerre. Magari, se trovano l’amore dentro di loro, capiranno che è meglio costruire che distruggere, meglio parlare che combattere. Potresti anche insegnarci a prenderci cura gli uni degli altri, a condividere quello che abbiamo con chi non ha nulla. Mamma dice sempre che il mondo sarebbe più bello se tutti imparassimo a essere gentili e generosi.
A volte, di notte, quando tutto è silenzioso, penso ai bambini che vivono in quei posti lontani. Penso a come deve essere per loro addormentarsi con il rumore delle bombe, senza sapere se il giorno dopo saranno ancora vivi. Mi sento tanto fortunato a essere al sicuro nella mia cameretta, ma questo mi fa sentire anche un po' in colpa. Perché io sì e loro no? Perché alcuni bambini hanno tutto e altri non hanno niente? Non è giusto, Babbo Natale, non è giusto.
Vorrei che il mondo fosse un posto dove tutti i bambini possano sorridere. Un posto dove non importa di che colore hai la pelle, dove sei nato, quale lingua parli oppure chi ami. Un posto dove possiamo giocare tutti insieme, come se fossimo una grande famiglia. Mamma mi ha detto che Natale è il momento dell’anno in cui tutti dovremmo sentirci più vicini, più buoni. Ma come possiamo sentirci così se ci sono persone che soffrono, che hanno fame, che piangono?
Babbo Natale, ho anche un altro desiderio. Vorrei che le persone ritrovassero la loro consapevolezza spirituale. Non so bene cosa significhi, ma mamma dice che vuol dire ascoltare il cuore, capire che siamo tutti collegati, che quello che facciamo agli altri lo facciamo anche a noi stessi. Se tutti lo capissero, forse il mondo sarebbe un posto migliore. Forse nessuno vorrebbe più fare del male agli altri, perché capirebbe che fa male anche a sé.
Ti chiedo scusa se questa lettera è un po' triste. Non voglio farti piangere, Babbo Natale. Voglio solo che tu sappia cosa desidero davvero. Se puoi, porta la pace nel mondo. Porta un sorriso a chi ha perso tutto. Porta amore nei cuori di chi l'ha dimenticato. E, se ti rimane un po' di magia, porta anche un po' di speranza a tutti noi, perché ne abbiamo tanto bisogno.
Prometto che farò del mio meglio per essere un bambino migliore. Aiuterò chi ha bisogno, sarò gentile con tutti e non smetterò mai di sognare un mondo più giusto. So che sono solo un bambino, ma credo che, se ognuno di noi fa la sua parte, possiamo cambiare le cose. Tu che ne pensi, Babbo Natale? Ce la possiamo fare?
Aspetterò il Natale con il cuore pieno di speranza. Non importa se sotto l’albero non ci saranno regali per me. Il regalo più bello sarà sapere che hai ascoltato la mia lettera e che stai facendo del tuo meglio per realizzare questo grande desiderio.
Con tanto affetto e fiducia,
Antonio
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