lunedì 1 settembre 2025

Dalla pausa all'urgenza: torna L'Urlo!


Ci sono momenti in cui il silenzio non è assenza, ma respiro. 
L’estate, con la sua sospensione del tempo e con il suo spazio di riflessione, è stata questo: una pausa necessaria per lasciare sedimentare i pensieri, per ritrovare la forza e la voglia di raccontare, per decidere come continuare un percorso che non è mai stato semplice e mai è stato neutro. Ora che i giorni si accorciano e il ritmo del mondo riprende la sua corsa, L’Urlo riapre le sue pagine. 
Non come un ritorno a una routine, non come un dovere che incombe, ma come un atto di fedeltà a un progetto che è nato con l’ambizione di essere più di un semplice blog: un luogo di resistenza, di controcanto, di libertà. La pausa estiva non è stata un vuoto, ma una promessa. Una promessa mantenuta: tornare più lucidi, più consapevoli, più decisi.
Riaprire L’Urlo a settembre significa riprendere un filo che non si è mai spezzato. 
Le parole scritte nei mesi scorsi, gli articoli che hanno preso vita, le voci che sono state evocate e i conflitti che sono stati raccontati non sono rimasti fermi: hanno continuato a vivere, a vibrare, a sedimentare nei lettori e in chi scrive. Perché la scrittura non è mai un gesto istantaneo, è sempre un’onda lunga che si prolunga oltre la sua apparizione. Se d’estate abbiamo scelto di interrompere la pubblicazione, è stato per rispetto di questo ritmo, per non confondere la necessità con la bulimia, per difendere il valore delle parole dall’inflazione dell’eccesso.
Adesso si ricomincia, e si ricomincia con la consapevolezza che ogni nuova stagione porta con sé sfide diverse. Il mondo che ritroviamo dopo l’estate non è più sereno, non è più giusto, non è più semplice di quello che avevamo lasciato. 


Guerre, ingiustizie, conflitti, la stessa banalità della cultura di massa che riduce ogni esperienza a consumo rapido: tutto continua a premere contro le coscienze. Per questo riaprire L’Urlo non è un atto leggero. 
È un atto di responsabilità. 
È la scelta di non rassegnarsi, di non scivolare nell’indifferenza, di continuare a credere che ci sia bisogno di luoghi in cui la complessità non venga sacrificata in nome della velocità, in cui la memoria non venga liquidata come un ostacolo, in cui il pensiero non venga ridotto a slogan.
La pausa estiva ci ha dato il tempo di ascoltare. Di ascoltare il rumore del mondo, ma anche le voci sommerse, quelle che il mainstream ignora, quelle che si muovono ai margini, nelle pieghe. Ascoltare significa lasciarsi attraversare. Significa capire che non si tratta solo di commentare l’attualità, ma di scovare nelle crepe della cronaca le tracce di qualcosa che merita di essere detto. Perché un blog come L’Urlo non è un’agenzia di notizie, non rincorre la rapidità, non pretende di coprire tutto: sceglie, seleziona, interpreta, prende posizione. 
Questo è il senso della riapertura: non aggiungere altro rumore al rumore, ma tornare a dire ciò che altrove non si dice, tornare a scrivere con la coscienza che ogni parola è una scelta politica e poetica.
Ci sono lettori che hanno aspettato questo ritorno, e a loro va la nostra gratitudine. Un blog senza lettori sarebbe un monologo, e invece L’Urlo è sempre stato dialogo: con chi legge, con chi commenta, con chi riconosce nelle righe pubblicate un riflesso delle proprie inquietudini. È questo dialogo che riprende ora, come un fuoco che non si è spento, ma che ha riposato sotto la cenere in attesa di nuova legna. Tornare significa riattizzare quella fiamma, e invitare tutti a sedersi attorno, non per scaldarsi passivamente, ma per alimentarla insieme.
Cosa troverete in questa nuova stagione? Le stesse ossessioni di sempre: la musica che non si accontenta di essere sottofondo, il cinema che non si piega ai cliché delle piattaforme, la letteratura che non ha paura della complessità, la memoria storica che continua a essere una ferita aperta, la politica vista non come cronaca di palazzo ma come conflitto reale che attraversa le vite. Ma ci sarà anche la voglia di sperimentare linguaggi nuovi, di osare percorsi narrativi più radicali, di intrecciare i fili tra passato e presente, tra cultura e società, tra arte e politica, senza mai ridurre nulla a consumo superficiale.


Riaprire dopo l’estate significa anche questo: rinnovare la promessa di non cedere all’omologazione. Sappiamo bene che i tempi sono difficili, che la distrazione è la norma, che l’algoritmo impone le sue regole e che i grandi canali di comunicazione soffocano ogni voce indipendente. Ma proprio per questo bisogna resistere. La cultura indipendente non vive di numeri, vive di intensità. Non ha bisogno di milioni di lettori, ha bisogno di pochi lettori autentici, curiosi, liberi. E a loro vogliamo parlare.

Il nome del blog, L’Urlo, non è mai stato una scelta estetica. È un manifesto. È ciò che rompe il silenzio, ciò che non si può contenere, ciò che nasce dall’urgenza. Tornare a pubblicare significa tornare a urlare, non perché amiamo il rumore, ma perché non possiamo rassegnarci al silenzio. L’Urlo è vita, è resistenza, è nascita. E in un tempo che ci vorrebbe muti o addomesticati, urlare è un dovere.
Così, dopo questa breve pausa estiva, ricominciamo con più forza. 
Non per intrattenere, ma per disturbare. 
Non per compiacere, ma per smuovere. 
Non per inseguire mode, ma per tracciare percorsi. 
Le parole sono pronte, le idee sono affilate, la rabbia è viva, la passione brucia. Ci attende un cammino lungo, incerto, ma necessario. 
Perché la cultura non è un lusso, è respiro. E senza respiro non si vive.
L’Urlo torna. 
E questa volta non smetterà di farsi sentire.

Nessun commento:

Posta un commento

Magnifiche Ossessioni 7: Il Cacciatore (1978)

Il cacciatore di Michael Cimino è uno dei capolavori più potenti e intensi del cinema americano degli anni ’70. Uscito nel 1978, questo fil...

Archivio