lunedì 15 luglio 2024

Siamo tutti Vannacci


Sembra quasi inutile dire che l’ignoranza peggiora le persone e le comunità in cui esse vivono, mentre la conoscenza le migliora. Il “progresso” delle civiltà è avvenuto grazie all’educazione delle masse: espressione che uso considerando me e chiunque altro,  parte delle masse. Gli umani nascono conservatori, geneticamente votati alla conservazione di se stessi, difensivi, timorosi del cambiamento, della novità, del diverso nelle loro vite.
 La scoperta, la ricerca, e quindi anche l’amore per gli altri e diversi, piuttosto che il timore, crescono con la conoscenza e la comprensione delle cose.
Dove sto andando a parare?
E' ormai sotto gli occhi di tutti, o perlomeno di chi vuole e sa ancora vedere, che la regressione civile a cui assistiamo, deriva da un’inversione di valori che ha portato a screditare la conoscenza, l’informazione, la cultura, a favore dell’ignoranza e della sua rivendicazione.
 Le persone diventano rispettose e amanti del prossimo, con tutte le sue differenze, man mano che si allontanano dall’ignoranza: ignoranza che oggi non è più l’ignoranza vuota di analfabetismi e di assenze di informazioni di un tempo, ma è fatta sostanzialmente di due cose.
La prima, riempire la propria conoscenza di cazzate, e la seconda di disprezzare la conoscenza che ci manca per non sentirsene umiliati.
Quando si è detto “le tv di Berlusconi hanno rincoglionito gli italiani” l’errore fondamentale è stato quello di ridurre una questione assai più ampia alle sole responsabilità di Berlusconi, raccontandosi che il problema fosse solo Berlusconi, circostanza questa poi successivamente confermata.
Ma gli italiani sono stati rincoglioniti da quella cosa lì proclamata da ogni parte, dalla liberatoria narrazione che le cazzate fossero equivalenti alla conoscenza, le balle alla verità: l’idea che “il popolo” (dove il popolo è sempre un eufemismo demagogico per definire le persone più ignoranti senza dirglielo) debba essere apprezzato nelle sue inclinazioni più basilari e animali, panem et circenses, il qualunquismo, “io non mi occupo di politica”.
Al tempo stesso veniva sistematicamente demolito il valore della cultura, della conoscenza, del sapere, veniva e viene tuttora avvilito ogni termine e contesto legato a questi concetti, accusando di spocchia e di presunta superiorità morale ogni onesto impegno a trasmettere cultura, attuato senza coinvolgere i soliti e ormai insopportabili "intellettuali" da teatrino televisivo.
C’è in giro da tempo una regressione verso l’ignoranza, in parte inerziale, in parte strumentalmente incentivata, in parte vilmente consentita, che inevitabilmente genera gli andazzi attuali.
Regressione che ha occupato le attività di grandi servizi pubblici radiotelevisivi, di commentatori salaci, di tweet e di pensieri: riportandoci verso gli stati di ignoranza che ci fanno essere conservatori e frenando la crescita di conoscenza che ci fa essere progressisti.
Una domenica bestiale, e ogni giorno è domenica. E hai voglia a scandalizzarti per Vannacci: a noi umani piace quella roba lì, e se vuoi educarci ad avere gusti migliori devi educarci, come alcune meritevoli avanguardie hanno fatto per secoli prima che diventasse una brutta parola e che decidessimo di tornare da dove siamo venuti.



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