giovedì 10 ottobre 2024

Diurna/Diurno...nomen omen

 

A Napoli, a via Foria, la strada che collega il Museo Archeologico Nazionale al Real Albergo dei Poveri, in un tempo non ben determinato, pare fosse stato collocato, nei pressi del Real Orto Botanico, un bagno pubblico. 
Un tale, di nome Ernesto, venne messo a custodire la toilette, diventando un personaggio noto a buona parte della cittadinanza, aiutato dalla centralità del “posto” di lavoro e dall’ “impegno” profuso per svolgerlo.
Da allora, con fare ironico, con l’appellativo di “Ernesto a Furia” ci si riferisce ad una persona che lascia capire di essere molto indaffarata e di avere un incarico importante, ma che, in realtà, svolge un compito umile come l’Ernesto che, a Foria, custodiva i bagni pubblici.


Pur non potendo sapere se il buon Ernesto custodisse un semplice vespasiano oppure un vero e proprio bagno pubblico, ricordo chiaramente che questi ultimi venivano abitualmente chiamati "Diurni", termine che, con mio grande stupore, ho visto associare alla nuova (l'ennesima) corrente nata all'interno del Partito Democratico, denominata per l'appunto "Diurna".
Già, il Partito Democratico, che ormai sembra come quella vecchia macchina che tuo nonno tiene in garage da decenni. La vernice si è scolorita, il motore tossisce come un fumatore incallito, e i freni funzionano a giorni alterni, ma tuo nonno insiste che, con qualche piccolo ritocco, può ancora andare lontano. 
E così, tra un tagliando e l’altro, una gomma forata e un carburatore che si perde per strada, il PD continua a arrancare, promettendo che la prossima svolta sarà quella giusta.
E allora cosa hanno fatto i lungimiranti ed illuminatissimi strateghi del partito per rimettere in moto la macchina?
DIURNA.
Il nome da solo già fa venire voglia di sedersi a gambe incrociate, sorseggiando un cappuccino mentre si contempla un tramonto che non arriva mai. 
O forse sarebbe meglio un’alba, dato che parliamo di diurno, giusto?
Ma di cosa si tratta? 
Beh, la nuova corrente, ideata dall'inossidabile Nicola Zingaretti, comunemente noto come il "fratello di Montalbano", con l'appoggio di Francesco Boccia, il "marito della De Girolamo", promette di essere l'ennesima evoluzione delle faide interne che caratterizzano il Partito Democratico, un nuovo tentativo di dare un senso all’incoerenza endemica che permea ogni decisione di questa una volta gloriosa formazione politica. 
E come ogni nuova corrente, anche DIURNA viene lanciata con un entusiasmo che ha lo stesso sapore dell'annuncio di un nuovo festival del cinema muto: interessante, ma solo per una nicchia di cinefili nostalgici.


Parliamo del nome: DIURNA. 
Quasi poetico, vero? Suona bene. Evoca la luce del giorno, il risveglio, un’idea di trasparenza e dinamismo. È chiaro che chi l'ha inventato ha passato ore e ore a guardare documentari sulla fotosintesi. Finalmente, la corrente che illumina il buio del dibattito politico!
Ma poi ci si ferma un attimo, e ci si rende conto che forse non è tutto oro quel che luccica. Infatti, mentre noi comuni mortali ci chiediamo se questo sia il segnale di una rinascita luminosa del Partito Democratico, è lecito pensare che il nome sarebbe stato molto più appropriato se fosse stato DIURNI. Sì, come i bagni pubblici di una volta, quelli nei quali dovevi entrare con il fazzoletto premuto sul naso.
Questa associazione tra il nome della corrente e i vecchi gabinetti pubblici non è puramente casuale. 
C'è qualcosa di profondamente simbolico in tutto ciò. 
DIURNA, infatti, potrebbe benissimo rappresentare quei tentativi maldestri di mantenere una parvenza di pulizia in una situazione intrinsecamente caotica, proprio come i diurni cercavano di mantenere un minimo di igiene in strutture che trasudavano miseria. 
Ma andiamo avanti, perché c’è molto di più.
La creazione di una nuova corrente all'interno del PD dimostra, ancora una volta, la straordinaria capacità del partito di ignorare completamente il popolo che dice di voler rappresentare. 
È quasi come se i dirigenti vivessero su un altro pianeta, o forse in un universo parallelo dove le esigenze reali degli elettori non esistono e il dibattito interno si riduce a un gioco di società che nessuno vuole giocare. 
Perché mentre l’italiano medio si preoccupa del caro bollette, della disoccupazione, della precarietà e della sanità che cade a pezzi, i geni dietro DIURNA sembrano pensare che la soluzione sia un’altra corrente interna. 
Perché si sa, il vero problema del PD è sempre stato l'assenza di correnti! 
Ce ne sono troppo poche! 
Abbiamo bisogno di più gente che discuta su come riorganizzare il partito piuttosto che sul perché esiste ancora!
D’altronde, chi può biasimarli? 
In un mondo dove tutto cambia così rapidamente, bisogna restare fedeli a ciò che conta davvero: le diatribe interne tra fazioni che si differenziano solo per sfumature di ego e ambizioni personali.


Dall’esterno, l’impressione è che il PD abbia sviluppato un meccanismo di difesa perfetto contro la realtà. Ogni volta che si apre una voragine di consenso tra il partito e i suoi elettori, la risposta è sempre la stessa: "Creiamo una nuova corrente!!"
Perché, ovviamente, ciò che serve per risolvere i problemi strutturali del partito non è un programma politico chiaro, una leadership forte o una visione coerente, ma più correnti. 
Come dire: "La barca affonda? Non preoccupatevi, apriamo un altro buco per far uscire l’acqua!".
Il paradosso è che, con tutte queste correnti, il Partito Democratico è diventato simile a un condominio infestato dai litigi di vicinato. 
Ognuno ha il suo appartamento, il suo balcone fiorito (di belle promesse), ma poi ci si scontra nell'ascensore su chi ha diritto a schiacciare il pulsante per primo. E se la metafora del condominio vi sembra già eccessivamente generosa, pensate piuttosto a una di quelle sale d’aspetto degli uffici pubblici, dove tutti sono lì solo perché devono esserci, aspettando qualcosa che non arriverà mai.
Nel frattempo, là fuori, c'è una massa di elettori disillusi che assiste a questo spettacolo tragicomico con lo stesso entusiasmo con cui si assiste a un vecchio show in bianco e nero che hai visto mille volte ma non riesci a smettere di guardare, solo per vedere se, per una volta, qualcosa andrà diversamente oppure, per dirla con Totò, "per vedere questi stupidi dove vogliono arrivare!".
La verità è che gli elettori del PD sono ormai stanchi. Sono stanchi delle continue liti intestine, dei cambi di direzione improvvisi, delle promesse non mantenute. E sono stanchi, soprattutto, di un partito che sembra sempre più interessato a guardarsi allo specchio piuttosto che a rispondere alle loro esigenze reali. 
E quindi, mentre DIURNA fa il suo ingresso trionfale nella già affollata arena delle correnti interne, gli elettori si chiedono: "Ma a noi, tutto questo, cosa interessa?". Perché se c'è una cosa che manca a questo partito è proprio la capacità di capire cosa vuole realmente la gente. La creazione di una corrente che si autoproclama "diurna" è solo l’ultimo esempio di questa incapacità cronica di connettersi con la realtà.
Quando il PD deciderà finalmente di smettere di creare correnti e inizierà a occuparsi di ciò che conta davvero per i suoi elettori? 
Forse, quando capiranno che la vera riforma non sta nel cambiare nome alle correnti, ma nel tornare a essere un partito che ascolta, che si connette con le esigenze del paese, e che smette di guardarsi l’ombelico come Narciso allo specchio.
E se proprio devono chiamarsi DIURNA, forse dovrebbero ricordarsi che il giorno dura solo fino a un certo punto. Dopo, cala la notte. 
E forse lo sprofondare nelle tenebre sarebbe a questo punto la cosa migliore per questo partito e per i suoi componenti, indegni eredi della sua storia.
A ben pensare, la spiegazione per la creazione di questa ennesima corrente potrebbe essere questa: eleggere Ernesto a Foria segretario del Partito Democratico!

P.S. L'Ernesto a Foria raffigurato nella foto iniziale non è altro che Peppe Maiulli, attore napoletano che, giocando su quel nome, ha inciso vari brani, tra i quali l'immortale "E' fravule".






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