Settembre è un mese di passaggi, di ombre che si allungano e di giornate che oscillano tra malinconia e nuove partenze. La playlist di questo mese raccoglie dischi che sembrano rispecchiare proprio questa tensione: dal rock visionario dei Crystal Teardrop al punk da strada dei Dropkick Murphys, dalle confessioni intime e dolorose di Ethel Cain al viaggio cosmico e oscuro dei Black Helium. C’è l’eredità immortale di David Bowie, il silenzio rarefatto dei mùm e l’ironia elegante dei Divine Comedy a chiudere un percorso che sa di pioggia settembrina e di sguardi rivolti al futuro. Un mosaico di emozioni contrastanti, da ascoltare come si sfoglia un diario di fine estate.
Crystal Teardrop – …is forming
Un tuffo nel lato più caleidoscopico della psichedelia contemporanea. I Crystal Teardrop sembrano raccogliere l’eredità dei sixties e plasmarla con una freschezza che evita la sterile nostalgia. Chitarre riverberate, atmosfere sognanti e un andamento ipnotico che sa di viaggi interiori:…is forming è un debutto che mantiene un equilibrio raro tra visione cosmica e immediatezza pop.
Dropkick Murphys – For the People
Gli alfieri del celtic punk di Boston tornano con un disco che non fa prigionieri. For the People è una dichiarazione di intenti: cori da stadio, riff travolgenti e un’energia che non smette di guardare alle radici operaie e ribelli della band. I Dropkick Murphys restano fedeli al proprio credo: musica per la strada, per la lotta, per la festa. Non inventano nulla di nuovo, ma riaffermano con forza il loro posto nel panorama rock.
Ethel Cain – Willoughby Tucker, I Will Always Love You
Un lavoro che sembra un requiem e una confessione allo stesso tempo. Ethel Cain continua a muoversi tra gospel spettrale, folk americano e un lirismo che scava nel trauma e nella memoria. Questo album è un viaggio intimo, doloroso e bellissimo, in cui la sua voce emerge come una preghiera notturna. Un’opera che conferma Cain come una delle narratrici più profonde e necessarie della scena indipendente.
Black Helium – The Animals Are Coming
Oscuro, abrasivo, con un’anima che affonda nel doom e nello space rock. I Black Helium evocano rituali elettrici che sembrano fatti per un sabba moderno: chitarre distorte e atmosfere cupe che si alternano a momenti psichedelici e dilatati. The Animals Are Coming è un album che non concede tregua, e che al tempo stesso sa creare paesaggi sonori visionari e disturbanti.
David Bowie – I Can’t Give Everything Away
L’ultimo lascito del Duca Bianco, un cofanetto monumentale che raccoglie gli ultimi quattordici anni di carriera di Bowie, da Heathen fino al testamento di Blackstar. Non è solo una raccolta di dischi rimasterizzati, ma un viaggio completo fatto di live mai pubblicati, versioni alternative e rarità che illuminano la sua fase più matura e riflessiva. È il ritratto di un artista che, fino all’ultimo, ha saputo reinventarsi senza perdere intensità, trasformando la consapevolezza della fine in pura arte..
mùm - History of silence
Il ritorno dei múm dopo oltre un decennio con History of Silence è un atto di delicatezza e distanza: il collettivo islandese plasma spazi sonori sospesi, dove il silenzio diventa parte del linguaggio musicale. Le orchestrazioni leggere, le pause strategiche, le voci che si dissolvono e riappaiono creano un dialogo con l’idea del tempo e della memoria. In mezzo agli echi più rumorosi degli altri album della playlist, questo lavoro è una pausa riflettente, un momento di introspezione in cui il respiro della musica sembra più importante di ogni climax. Non tutto è tangibile, alcuni brani restano volutamente evanescenti, ma proprio questa fragilità diventa la sua forza: un filo sottile che unisce e bilancia il resto della selezione.
The Divine Comedy - Rainy Sunday afternoon
Rainy Sunday Afternoon segna il ritorno dei Divine Comedy con tutta la loro cifra elegante e malinconica. L’album intreccia orchestrazioni raffinate e ironia sottile, capace di trasformare una domenica piovosa in un piccolo romanzo in musica. Neil Hannon, con la sua voce calda e teatrale, ci guida tra canzoni che oscillano tra leggerezza e introspezione, tra l’umorismo britannico e la nostalgia. Un disco che non si limita a raccontare l’autunno, ma lo incarna: il tepore delle stanze chiuse, il ritmo lento delle giornate sospese, il bisogno di bellezza in un tempo grigio.







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