Sembra davvero incredibile che un grande paese come gli Stati Uniti possa avere, quale candidato alla sua presidenza, un personaggio come Donald Trump, al cui cospetto i nostri politici, sebbene dotati tutti di un incredibile "facciabronzismo", non possono far altro che impallidire.
In una delle sue recenti dichiarazioni, fatta durante il dibattito pubblico con la candidata dem Kamala Harris, e che ha fatto il giro del mondo, l'ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha dato forse il suo massimo.
Questa volta, ha puntato i riflettori su un gruppo particolare di immigrati haitiani residenti a Springfield, che, a suo dire, non solo hanno trovato rifugio nella cittadina, ma anche nei menù locali, dove si sarebbero dati a un preoccupante consumo di... cani e gatti.
Esatto, avete letto bene.
Niente più hot dog e pizza, la nuova moda alimentare secondo Trump è composta da teneri fido e micio cucinati in salsa esotica.
Ma fermiamoci un attimo a riflettere su questa affermazione.
È possibile che gli immigrati haitiani di Springfield abbiano sostituito le tradizionali pietanze locali con ricette culinarie a base di animali domestici?
E soprattutto, perché Springfield? Perché proprio questa tranquilla cittadina nel cuore dell'America, nota più che altro per essere la città dei Simpson?
Per provare a rispondere a queste domande, facciamo un viaggio nel mondo di Trump, un luogo dove il confine tra la realtà e la fantasia è così sottile che spesso finisce per mescolarsi in un unico, grottesco calderone.
È un dato di fatto che Trump non ha mai avuto peli sulla lingua quando si trattava di esprimere le sue opinioni sugli immigrati. Ma questa affermazione sugli haitiani residenti a Springfield supera ogni immaginazione.
Possiamo solo immaginare che, in qualche momento della sua carriera, un consigliere particolarmente creativo gli abbia sussurrato all'orecchio qualcosa di sbalorditivo sui nuovi arrivati nella comunità. Oppure, molto più semplicemente, Trump ha avuto una delle sue "epifanie" mentre guardava un episodio dei Simpson, confondendo finzione e realtà.
Tuttavia la domanda resta: cosa lo ha spinto a immaginare che gli haitiani di Springfield, tra tutti i possibili piatti, avrebbero scelto proprio cani e gatti come nuova prelibatezza?
Forse la scelta di Springfield come luogo in cui avviene questo presunto "massacro culinario" di animali domestici non è del tutto casuale. Springfield, sia nella versione reale, sia nella versione immaginaria dei Simpson, rappresenta l'America media.
È il cuore pulsante della normalità, dove niente di troppo straordinario accade… fino a quando non arriva Trump, ovviamente.
In questa visione distorta, gli immigrati haitiani non sono solo semplici abitanti di Springfield, ma una minaccia esotica alle abitudini alimentari americane.
L'idea di un pranzo a base di Lassie o Garfield probabilmente risponde al bisogno di creare una narrativa assurda, che però, nella sua bizzarria, riesce ad attirare l'attenzione di una parte del pubblico.
Cerchiamo di immaginare un ipotetico incontro tra Trump e un immigrato haitiano di Springfield. La scena potrebbe andare più o meno così:
Trump: "Oh, ciao! Sei haitiano, vero? Benvenuto a Springfield. Senti, ho sentito delle cose strane… dicono che voi mangiate cani e gatti qui. È vero?"
Immigrato haitiano: "Ma che dice? Io mangio pizza come tutti gli altri! E poi preferisco i tacos."
Trump: "Tacos, eh? Quindi niente fido o micio al barbecue?"
Immigrato haitiano: "No, assolutamente no! Dove ha sentito una cosa del genere?"
Trump (sorridendo con aria complice): "Ah, sai, ho le mie fonti."
Trump è da sempre un maestro nel lanciare affermazioni bizzarre che sembrano uscite da un episodio di "X-Files". Ma come funziona davvero il meccanismo che porta a dichiarazioni del genere?
Innanzitutto, c’è da dire che le fake news non nascono dal nulla. Esiste sempre un piccolo seme di verità, che viene poi distorto, gonfiato e stravolto fino a trasformarsi in una pianta mostruosa. In questo caso, è probabile che qualcuno, da qualche parte, abbia sentito parlare di qualche tradizione culinaria esotica legata ad animali che noi consideriamo domestici, e abbia deciso di collegarla agli immigrati haitiani.
E così, Springfield, una cittadina dove la cosa più eccitante che succede di solito è la fiera del formaggio, è diventata il centro di un complotto gastronomico globale.
Il tutto senza un singolo avvistamento di un menu con scritto “Fido arrosto” o “Gatto alla griglia”.
Secondo la ricostruzione effettuata da NewsGuard, un'organizzazione che monitora la disinformazione online, questa fake news ha avuto origine da un post su Facebook di Erika Lee, una residente di Springfield, in un gruppo privato chiamato Springfield Ohio Crime and Information.
Erika Lee nel suo post ha scritto di aver saputo da una vicina, Kimberly Newton, che "la figlia di un'amica aveva perso il suo gatto... Un giorno è tornata a casa dal lavoro, appena scesa dall'auto ha guardato verso la casa dei vicini, dove vivono degli haitiani, e ha visto il suo gatto appeso a un ramo, come si fa con un cervo da macellare, e lo stavano tagliando per mangiarlo".
Successivamente intervistata da NewsGuard, Erika Lee ha ammesso di non essere in possesso di alcuna prova e di non conoscere la presunta vittima, affermando inoltre: "Non sono sicura di essere la fonte più credibile perché in realtà non conosco la persona che ha perso il gatto", e spiegando che il proprietario del gatto era "un conoscente di un'amica" e che lei aveva saputo dell'incidente da quell'amica, che a sua volta l'aveva appreso da "una sua fonte".
Insomma, un racconto di quarta mano senza alcun riscontro.
Eppure, uno screenshot del post di Erika Lee, con il suo nome oscurato, è stato condiviso su X il 5 settembre da un utente, politicamente schierato dalla parte dei conservatori, chiamato @BuckeyeGirrl, e da quel momento il morbo ha iniziato ad espandersi.
Il 21 agosto scorso un profilo di destra su X ha postato il video di un arresto di una donna accusata di aver ucciso e mangiato un gatto.
Piccolo particolare: l'account in questione conta quasi tre milioni di follower.
Il video alimenta una campagna d'odio online contro la comunità haitiana, già sotto pressione nella zona per via dell'alto numero di immigrati, e molti politici repubblicani, tra cui il candidato repubblicano alla vicepresidenza, J.D. Vance, iniziano a citare Springfield come esempio dei presunti effetti negativi delle politiche migratorie democratiche.
Un caso da manuale della disinformazione internettiana ai tempi della post-verità.
In tutto ciò gli haitiani di Springfield, che con tutta probabilità non avevano mai nemmeno pensato di mangiare un cane o un gatto, si trovano a doversi difendere da accuse surreali.
Immaginate la loro sorpresa nel leggere i giornali e scoprire che, a loro insaputa, avrebbero sviluppato una passione segreta per la carne di animale domestico!
Ipotizzando quindi che Trump, nel suo delirio, abbia ritenuto opportuno attirare verso di sè il favore degli americani con una simile bufala, alla quale egli aveva conferito carattere di assoluta verità, forse per distrarre il popolo da questioni ben più importanti, resta il fatto che, nel mondo di Trump, qualsiasi cosa è possibile.
Forse un giorno scopriremo che la fonte delle sue informazioni era un simpatico burlone che si è divertito a lanciargli l'idea per vedere fino a che punto sarebbe arrivato (il grande Totò avrebbe detto "...voglio vedere questo stupido dove vuole arrivare...").
O magari si tratta di una serie di telefonate mal interpretate tra amici di amici, culminate in questa assurdità.
In quel mondo immaginario, il caso potrebbe chiudersi così: dopo mesi di dibattiti, proteste e discussioni, durante una conferenza stampa a sorpresa, Trump decide di fare marcia indietro, cosa quasi impossibile, dichiarando: "Ok, forse ho esagerato. Ma ammettiamolo, era divertente immaginare un mondo dove i gatti vengono serviti con contorno di patatine, no?"
Il pubblico ride, anche se non tutti capiscono se stia scherzando o meno.
Gli haitiani di Springfield tirano un sospiro di sollievo, felici di non dover più rispondere a domande assurde sui loro menù settimanali. E i cani e gatti della città? Continuano a vivere felici e indisturbati, forse ignari di essere stati, per un breve periodo, al centro di una delle storie più assurde della politica americana.
E così, come spesso accade nel mondo di Trump, la realtà si mescola alla fantasia in un cocktail surreale e, a tratti, comico. Forse non scopriremo mai cosa lo abbia spinto a fare quelle dichiarazioni sugli immigrati haitiani e il loro presunto gusto per la carne di cane e gatto. Ma possiamo essere certi di una cosa: ogni volta che Trump apre bocca, il mondo si prepara a un nuovo, indimenticabile capitolo della sua particolare visione dell'America.
Se non altro, possiamo ringraziarlo per averci dato una nuova leggenda urbana da raccontare nei lunghi e freddi inverni di Springfield. E chissà, magari un giorno vedremo anche un episodio speciale dei Simpson dedicato a questa storia.
Dopo tutto, Springfield è sempre stata il luogo perfetto per trasformare l'assurdo in realtà.
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