Subway, diretto da Luc Besson nel 1985, è un film che appartiene a un'epoca in cui il regista francese stava costruendo la sua estetica cinematografica unica, caratterizzata da un mix di narrazione surreale, atmosfere noir, personaggi stravaganti e una forte componente visiva. Questo film, che si colloca tra il cinema d'autore francese e il cinema di genere, esplora l'universo sotterraneo della metropolitana di Parigi, trasformandola in un microcosmo vibrante e misterioso.
Il protagonista Fred, interpretato da Christophe Lambert, è un criminale in fuga che trova rifugio nei sotterranei della metropolitana parigina dopo aver rubato dei non meglio indicati compromettenti documenti a un uomo d'affari corrotto, il marito di Héléna, una bellissima Isabelle Adjani.
Il film ruota attorno a questo luogo sotterraneo, abitato da un mondo clandestino di outsider, artisti di strada, ladri e individui che vivono ai margini della società, tutti apparentemente sconnessi dal mondo di sopra.
Fred sviluppa un’ossessione per Héléna, la donna sofisticata e benestante che decide di seguire, tentando di conquistarla mentre sfugge alla polizia e a sicari inviati dal marito di lei. Nel frattempo, Fred progetta di formare una band musicale con alcuni dei bizzarri abitanti della metropolitana, un elemento che aggiunge una sfumatura surreale al film e richiama l'estetica dei video musicali che Besson già aveva sperimentato.
Uno degli aspetti più interessanti di Subway è il modo in cui Besson riesce a creare un mondo in cui gli emarginati si muovono con una loro dignità e identità. La metropolitana diventa un rifugio, un universo parallelo in cui le regole della società “di sopra” non valgono. Fred è un anti-eroe affascinante: nonostante sia un criminale, ha un’anima ribelle e sognatrice, che si distingue per il suo desiderio di libertà e per la sua visione non convenzionale della vita. La sua decisione di formare una band nella metropolitana è un gesto simbolico che rappresenta il tentativo di dare voce a coloro che vivono ai margini, di trasformare la clandestinità in creatività.
Gli abitanti della metropolitana sono ritratti con affetto e simpatia: personaggi stravaganti come il pattinatore (Jean-Hugues Anglade), il fioraio (Richard Bohringer) e l’esperto di esplosivi, sono tutti archetipi di una umanità spezzata, ma che non ha perso la sua voglia di vivere. Anche se la loro vita è sotterranea, nascosta, essi sono i veri protagonisti di questo microcosmo urbano, in contrasto con la superficialità e la corruzione della società "di sopra".
Il mondo "di sopra", rappresentato principalmente dal marito di Héléna e dai suoi sgherri, appare come un ambiente privo di autenticità, in cui le relazioni sono dettate dal denaro e dal potere. Héléna, inizialmente intrappolata in questo mondo di lusso e freddezza emotiva, viene attratta dalla spontaneità e dall'autenticità di Fred.
Il contrasto tra i due mondi, il sotterraneo della metropolitana e l’alta società parigina, è uno degli elementi centrali del film e riflette una critica sottile ma potente al conformismo borghese e alle strutture di potere.
Besson mette in scena una sorta di ribellione, in cui il mondo sotterraneo, pur caotico e pericoloso, è mostrato come più autentico e vitale. Fred, con il suo atteggiamento spavaldo ma vulnerabile, incarna la figura dell'outsider che sceglie di vivere fuori dagli schemi, mentre Héléna è il personaggio che oscilla tra i due mondi, attratta dall’autenticità di Fred ma legata al suo stile di vita borghese.
Uno degli aspetti più iconici di Subway è la sua estetica visiva. La Parigi sotterranea viene trasformata da Besson in uno spazio quasi onirico, un labirinto di corridoi, tunnel e stazioni desertiche, illuminato da luci al neon che creano un'atmosfera al tempo stesso cupa e affascinante.
Il regista fa un uso sapiente della scenografia per riflettere lo stato d'animo dei personaggi: i corridoi senza fine rappresentano la fuga costante di Fred, la sua impossibilità di trovare un posto nel mondo, mentre le luci intermittenti e i giochi di ombre sottolineano l'ambiguità morale e l'incertezza.
La metropolitana diventa un simbolo, un luogo dove le regole sono sospese, dove il tempo sembra scorrere in modo diverso. È un non-luogo, in cui le identità sono fluide e dove chiunque può reinventarsi. Questo spazio sotterraneo e clandestino riflette la psiche dei personaggi principali: Fred è in fuga non solo dalla legge, ma anche da sé stesso, mentre Héléna cerca una via di fuga da un'esistenza soffocante.
Subway è anche un esempio di come Besson abbia saputo mescolare vari generi cinematografici, creando uno stile che sarebbe poi diventato il suo marchio di fabbrica. Il film combina elementi del cinema noir, della commedia, del thriller e del dramma romantico, creando un mix originale che lo distingue da molti altri film francesi dell’epoca.
Il film è anche un precursore del tipo di cinema visivamente ricco e stilizzato che Besson avrebbe perfezionato in film successivi come Nikita (1990) e Léon (1994).
L'influenza della pubblicità e dei videoclip musicali, che stavano emergendo negli anni '80, è evidente nello stile visivo di Subway, con l'uso di inquadrature dinamiche, colori saturi e montaggi rapidi.
Sebbene Subway possa sembrare a prima vista un film d'azione leggero e divertente, è in realtà una riflessione più profonda sull'alienazione urbana e sull'impossibilità di trovare un posto autentico in una società sempre più meccanizzata e spersonalizzata, con personaggi che cercano, in modi diversi, una via di fuga da un mondo che li opprime, con la metropolitana simbolo di questa ricerca di libertà e autenticità, popolata da persone che vivono vite parallele, sfiorandosi ma senza mai veramente incontrarsi, un riflesso della frammentazione della vita urbana contemporanea.
Besson utilizza anche una colonna sonora molto efficace, composta da Éric Serra, che contribuisce a creare l'atmosfera elettrica del film. I brani, che spaziano dalla musica elettronica al rock, aggiungono un ulteriore livello di modernità e dinamismo alla narrazione, rendendo Subway un film in cui la musica gioca un ruolo centrale nella costruzione dell'identità dei personaggi e nell'evoluzione della trama.
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