mercoledì 28 maggio 2025

Maggio




Come un vento che porta profumi lontani, le uscite di questo mese ci conducono in territori sonori diversi, ma ugualmente necessari. Dai paesaggi interiori disegnati da Rainy Miller alle evocazioni ancestrali di Alfio Antico e Go Dugong, passando per le derive elettroacustiche di Mark Pritchard con Thom Yorke, ogni disco racconta una storia, apre una fessura, propone una visione.
Cinque album, cinque mondi: tra sperimentazione, radici e inquietudine contemporanea, ecco le voci che meritano di essere ascoltate, e custodite.


Rome – The Dublin Sessions II

Jerome Reuter, alias Rome, torna con il secondo capitolo delle sue sessioni dublinesi e conferma la sua capacità di fondere folk apolide, poesia malinconica e spirito da cantastorie del disincanto. Chitarre acustiche, fisarmoniche e riverberi di birra scura accompagnano racconti di frontiera, tra ballate intime e canti da pub svuotato. Un’Irlanda interiore, filtrata attraverso lo sguardo di un lupo solitario.



L’Oumigmag – Ce qui tourne dans l’air

Una creatura strana, come il bue muschiato da cui prende il nome: L’Oumigmag è un ensemble franco-canadese che unisce jazz, musica contemporanea e attitudine cinematica. Ce qui tourne dans l’air è un disco che respira, gira su se stesso, esplora. Un’opera collettiva dove il tempo si dilata e l’aria vibra, tra fiati, archi e sospensioni poetiche. Una danza lenta tra le molecole dell’atmosfera.



Alfio Antico / Go Dugong – La macchia

Un incontro che sa di terra bruciata e di futuro ancestrale. Alfio Antico, sciamano del tamburo e voce antica della Sicilia, incontra Go Dugong, alchimista dei suoni elettronici e dei bassi profondi. La macchia è un rituale sonoro che pulsa, trascina e trasfigura: il folclore diventa trance, la tradizione si fa battito, la memoria si reinventa nella notte. Un disco che sporca le mani e illumina i sensi.



Mark Pritchard / Thom Yorke – Tall Tales

Un dialogo sospeso tra due spiriti affini: da una parte il minimalismo emotivo di Mark Pritchard, dall’altra la voce di vetro di Thom Yorke, sempre più oracolare e fragile. Tall Tales è un viaggio rarefatto tra glitch, ambient e distorsioni affettive, dove ogni brano sembra un frammento di un sogno appena svanito. Non ci sono storie alte da raccontare, ma piuttosto visioni che galleggiano a mezz’aria, sfiorando la pelle.



Rainy Miller – Joseph, What Have You Done?

Una domanda rivolta forse al padre, forse a Dio, forse a sé stessi. Rainy Miller firma il suo lavoro più intenso, cupo e vulnerabile: un album che mescola post-dubstep, spoken word e chamber pop con una sincerità disarmante. Tra confessioni, fallimenti e redenzioni mancanti, l'album è un diario aperto su una crisi esistenziale che diventa opera d’arte. Un ascolto che ferisce e cura allo stesso tempo.


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